Da Bari vecchia ai parchi: baby gang, i luoghi a rischio

Da Bari vecchia ai parchi: baby gang, i luoghi a rischio
di Elga MONTANI
4 Minuti di Lettura
Domenica 20 Febbraio 2022, 05:20

Non solo Parco 2 Giugno. Le aggressioni ai ragazzi a Bari e gli atti di vandalismo, anche se negli ultimi mesi sembrano essersi concentrate nella zona del polmone verde cittadino, in realtà hanno luogo a macchia di leopardo sul territorio cittadino. Anche se è vero che nella zona di parco 2 Giugno ci sono state almeno tre aggressioni negli ultimi 3-4 mesi. Una alla fine del mese di dicembre ha visto un gruppo di ragazzi attaccare un loro coetaneo e colpirlo al volto, al punto che la vittima è stata anche costretta ad un intervento chirurgico al naso. 


Sempre più spesso, infatti, le aggressioni di questi gruppi di bulli, o baby gang che dir si voglia, sono caratterizzate da una eccessiva violenza, non direttamente collegata ad un eventuale volontà di rapinare le vittime del cellulare o dei pochi spiccioli che ha in tasca. Ma, come si diceva, i fatti non hanno riguardato solo parco Due Giugno. I luoghi in cui i ragazzi si incontrano, o che in qualche modo sono diventati centri di aggregazione giovanile, possono tutti diventare in un attimo teatro di una aggressione. L’ultimo caso, denunciato da una mamma sulla pagina Facebook del sindaco Antonio Decaro, ha avuto come sfondo i vicoli di Bari Vecchia in un classico sabato sera in cui non solo i ragazzi, ma anche gli adulti sono fuori.

Anche in quel caso un gruppo di ragazzi ha attaccato altri giovani, poco più piccoli di loro. 

Le segnalazioni anche in zone tranquille


Le segnalazioni registrate negli ultimi 4 o 5 mesi, comunque, riguardano anche zone che notoriamente vengono definite più tranquille, in quanto maggiormente frequentate. Si parla, in questo caso, della centralissima via Sparano, o dell’area conosciuta come “Punto X” nel quartiere bene di Poggiofranco dove ci sono alcune attività e che i ragazzi della zona (e non solo) utilizzano come punto di ritrovo. Segnalazioni arrivano anche da piazzetta dei Papi e dalla tristemente nota piazza Risorgimento al Libertà che, invece, nel periodo del lockdown aveva vissuto una relativa calma.

Il vandalismo su monumenti e beni pubblici

Diversi anche gli atti vandalici, messi in atto sempre più spesso da giovanissimi. In tal senso, possiamo ricordare la colonna infame deturpata con disegni sconci, il castello Svevo riempito di scritte spray, e fatto più grave l’incendio nel giardino di via Siponto a Japigia (che ricordiamo essere ancora un cantiere in quanto non aperto al pubblico). In quell’occasione, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso un gruppo di giovani allontanarsi dalla zona dopo che il chiosco era stato devastato e dato alle fiamme. E solo qualche giorno fa, al quartiere San Paolo, al giardinetto con area giochi bimbi nei pressi di via Carlo Massa, ignoti hanno distrutto uno degli scivoli per i bambini. Atti vandalici che molto spesso vanno ad interessare in modo sistematico alcune aree della città, come il Parco Lascito Garofalo, nel quartiere Palese, dove, dopo l’ennesimo atto vandalico, nello scorso aprile, era stato installato un nuovo impianto di videosorveglianza, all’interno di quattro diverse delibere di giunta comunale, che avevano portato nuova illuminazione e nuovi impianti di videosorveglianze in zone spesso teatro di attività illegali. 

L'estate di Torre a Mare


La scorsa estate, inoltre, come ricordato anche dal presidente del Municipio I, Lorenzo Leonetti, la zona di Torre a Mare era stata messa sotto scacco da un gruppo di ragazzini tra i 13 e i 16 anni, che si “divertivano” importunando gli abitanti della zona, facendo casino anche di notte, e rendendo difficile la vita a chi il quartiere lo vive. 
Lo stesso presidente Leonetti aveva incontrato il gruppetto di ragazzi, non tutti di Bari, cercando di farli tornare sulla retta via. Con l’arrivo dell’inverno, comunque, la situazione è migliorata, ma gli abitanti di Torre a Mare temono che l’arrivo della bella stagione, ormai alle porte, possa portare altri gruppi di giovani turbolenti in zona. Tutte queste segnalazioni sembrano essere sintomo di un disagio, amplificato anche dell’emergenza pandemica, e che non può essere sottovalutato. E anche per questo, per prevenire che certi atti accadano, oltre che per evitare agli stessi giovani che se ne rendono protagonisti problemi anche gravi, c’è chi vorrebbe un presidio fisso in determinate zone, considerate “punti caldi” della città di Bari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA