Dalle cozze pelose alle accuse di corruzione: dopo 16 anni prescritti tutti i reati. Quando Emiliano si scusò con la sua città

Dalle cozze pelose alle accuse di corruzione: dopo 16 anni prescritti tutti i reati. Quando Emiliano si scusò con la sua città
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 13:55 - Ultimo aggiornamento: 15:08

Il Tribunale di Bari ha dichiarato la prescrizione di tutti i reati contestati ai 23 imputati, fra i quali tre componenti della famiglia di costruttori baresi Degennaro e cioè Daniele Giulio, Gerardo e Vito Michele Giacomo Degennaro, all'epoca amministratori della Dec Spa, e l'allora dirigente del settore Urbanistica del Comune di Bari, Vito Nitti, coinvolti nel processo sui presunti appalti truccati per la realizzazione dei due parcheggi interrati di Piazza Cesare Battisti e Piazza Giulio Cesare e per il progetto del centro direzionale del quartiere San Paolo.

I fatti risalgono agli anni 2004-2007. Agli imputati erano contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, corruzione, falso materiale e ideologico, truffa e frode in pubbliche forniture, tutti oggi dichiarati prescritti con conseguente non luogo a procedere nei confronti dei 23 imputati. Secondo la Procura di Bari esisteva un vero e proprio sistema Degennaro che tra il 2004 e il 2007 avrebbe pilotato gli appalti. I vertici della società Dec - questa era l'ipotesi accusatoria che non sarà mai accertata per il troppo tempo trascorso - avrebbero «comprato» i componenti delle commissioni di collaudo del Comune e i dirigenti incaricati di rilasciare le autorizzazioni, attraverso promesse di incarichi, appartamenti, soggiorni in hotel di lusso e persino forniture alimentari.

In questa trama di rapporti illeciti va inserito sullo sfondo, senza mai essere trasfuso e formalizzato in un'ipotesi di reato, il famoso episodio delle cozze pelose e delle spigole consegnate all'allora sindaco Michele Emiliano, talmente tante da costringere il destinatario a impiegare la vasca da bagno per contenere l'inatteso presente.

Dopo i mea culpa sulla leggerezza con cui aveva accettato il regalo di Natale, Emiliano ha sempre respinto le accuse di avere favorito nelle scelte dell’amministrazione l’impresa De Gennaro, scusandosi comunque con la città. 

Diversi episodi di presunte corruzioni erano già stati dichiarati prescritti in udienza preliminare, portando al proscioglimento di alcuni funzionari pubblici. L'indagine nel marzo 2012 portò all'arresto di sette indagati, tra cui i fratelli Daniele e Gerardo Degennaro. Il rinvio a giudizio risale al settembre 2016 e l'inizio del processo a un anno dopo. 

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