Organizza convegno sulla mafia e gli bruciano l'auto. L'ex ministro: «Dove erano le istituzioni?»

Organizza convegno sulla mafia e gli bruciano l'auto. L'ex ministro: «Dove erano le istituzioni?»
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Lunedì 3 Ottobre 2022, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 12:06

L'auto dell'organizzatore di un convegno sulle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione che si è tenuto a Corato (Bari) sabato scorso è stata incendiata all'alba di domenica, a poche ore dalla conclusione dell'evento. Duro l'ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta: «Istituzioni assenti».

La denuncia della vittima

«I carabinieri, ai quali ho denunciato tutto - spiega Aldo Strippoli, proprietario dell'auto e promotore dell'evento antimafia - hanno acquisito alcuni video dai quali si vede chiaramente una persona che appicca il fuoco. Sono tornato a casa alle 2 e alle 4.10 c'è stato l'incendio.

L'auto era di fronte al mio studio».

Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, l'ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta; e la presidente della commissione Antimafia della Regione Lombardia, Monica Forte. Quest'ultima sottolinea che si tratta di «un atto grave a cui deve far seguito una forte presa di posizione da parte dello Stato.

La matrice mafiosa?

Se si confermasse la matrice mafiosa e il fatto che l'evento si sia verificato a poche ore dall'incontro in piazza deve essere un monito affinché le istituzioni siano molto più presenti di quanto non lo siano state durante l'evento. La politica, le autorità, la società civile tutta devono fare maggiormente rete e trovare la forza di contrastare con azioni concrete e con messaggi culturali e sociali, le ingerenze mafiose su quel territorio».

Su Facebook è duro il post dell'ex ministro Trenta: «Qualche bastardo ha incendiato l'auto dell'organizzatore. Quando la società civile si muove, la criminalità ha paura e reagisce». Poi, aggiunge, «non posso non dire che tra il pubblico c'erano soltanto un rappresentante del Comune e un maresciallo della Gdf, nessun'altro. Non un rappresentante della Prefettura, della Procura, dei Carabinieri o della Polizia. Dove erano le istituzioni?». Dal canto suo, Strippoli sottolinea di non avere ricevuto alcun attestato di solidarietà «da parte del Comune né da parte di altre istituzioni».

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