Ciliegie, da 1 euro sul campo a 6,5 euro al supermercato: la strategia dei contadini di Puglia contro le speculazioni

Ciliegie, da 1 euro sul campo a 6,5 euro al supermercato: la strategia dei contadini di Puglia contro le speculazioni
di Domenico DICARLO
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Sabato 26 Marzo 2022, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 10:43

Ci siamo. Tra qualche settimana inizierà la campagna cerasicola, che riguarda in particolare alcune zone del barese. Qualche dato, tanto per rendere l’idea: in Puglia si producono mediamente 45mila tonnellate di ciliegie l’anno, circa il 40% dell’intera produzione nazionale, con impianti in attività che nel 2019 erano pari a quasi 18mila 550 ettari (dato Istat). Mediamente circa l’85 per cento della produzione regionale è concentrato nelle province di Bari e Barletta Andria Trani. Concentriamoci sul barese, in particolare nelle zone interne del sud-est: il Ciliegio rappresenta una delle principali fonti di ricchezza per l’economia agricola del Sud Est barese.

La filiera e il territorio


La filiera, il cui epicentro produttivo si concentra nel territorio di Conversano, sviluppa un fatturato che supera i 40 milioni di euro annui, coinvolge centinaia di aziende agricole e occupa migliaia di persone per tutta la stagione agraria. In tal senso, non ci sono dati certi ma, secondo stime vicine alla realtà, nelle sole zone di Conversano, Turi e Sammichele, dove è concentrata la maggior parte dei terreni, lo scorso anno sarebbero state circa 10.000 le persone impegnate nella raccolta, tra imprenditori e tanti, tantissimi operai, compresi molti giovani che finanziano studi e divertimenti alzandosi alle 3 di notte. Si riparte da una stagione, quella del 2021, che dal punto di vista della raccolta ha regalato grandi soddisfazioni, anche se resta il problema del costo finale. Ne abbiamo parlato con il presidente della Copagri Puglia, Tommaso Battista: «Quella del 2021, si è rivelata un’ottima annata, sia per quantità che qualità. La quantità è stata eccezionale- spiega il presidente regionale di Copagri- perché erano anni che non avevamo una produzione del genere. Questo in virtù delle temperature miti invernali. Il problema, come sempre, è stato quello dei prezzi. La legge del mercato è sempre stata quella: se hai tanta quantità, è normale che poi il prezzo cala, soprattutto per i produttori». Ed è qui che nasce il problema maggiore: «La speculazione da parte del mercato. Non si riesce mai ad individuare la parte dell’anello della filiera che specula maggiormente. Lo scorso anno- prosegue Battista- abbiamo denunciato che le stesse ciliegie vendute dal produttore ad 1 euro, sugli scaffali del supermercato costavano anche 6,50 euro. Quando abbiamo denunciato pubblicamente questo aspetto, ci è stato risposto che il commerciante, per fare la prima scelta, ha dovuto sostenere i costi di cernita del frutto. Ci sarebbe stato più lavoro in magazzino per avere la confezione di calibro uniforme che comportava costi maggiori. Poi, sino ad arrivare sui banchi, ci sono altri passaggi a comportare gli aumenti. Ma è evidente- sottolinea Battista- che il problema è stata l’eccessiva forbice tra il produttore e la vendita finale, che non può essere sei volte superiore».

La soluzione anti-speculazioni


Un problema che, in questo anno, in vista della stagione che, tempo permettendo, inizierà a maggio, si è provato a mitigare così: «Abbiamo cercato di lavorare mettendo in rete i produttori e contattando la grande distribuzione per capire come migliorare il contatto tra produttori stessi e consumatore finale. Quello che è emerso- spiega- è che ci sono problemi strutturali: se i produttori vogliono fornire le ciliegie direttamente alla grande distribuzione, non possono fornirle alla rinfusa così come oggi, ma è necessario garantire un quantitativo uniforme. I produttori sono abituati alla mera raccolta». Qui sorge la grande differenza ideologica: «Il mercato vuole che il frutto debba essere “bello “ e punta all’apparenza, perché deve colpire l’occhio del consumatore; chi produce, punta alla qualità ed al sapore. Questa è la grande differenza. Stagione 2022? Speriamo che in questo mese non ci siano calamità, ma stiamo avendo nottate molto fredde che incidono sul frutto. Ma lo potremo capire soltanto ad inizio raccolta». 

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