Caro prezzi, mancano 6 milioni per realizzare le nuove case popolari

Caro prezzi, mancano 6 milioni per realizzare le nuove case popolari
di Samantha DELL’EDERA
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Domenica 23 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:55

Caro prezzi, mancano 6 milioni per realizzare le nuove case popolari. E San Girolamo 106 alloggi “bloccati”. La coperta è sempre la stessa e se si tira da una parte, dall’altra si accorcia. Ed è così che purtroppo stanno agendo molti enti per fare quadrare i conti dopo l’aumento dei prezzi sulle materie prime. Un aumento che sta facendo lievitare i costi di tutti i cantieri. E in alcuni casi, come sta capitando all’Arca Puglia, bisogna fare delle scelte: togliere i soldi da una parte per metterli da un’altra.

Il provvedimento dell'amministratore

Lo si legge negli ultimi provvedimenti che l’amministratore unico Pietro Augusto de Nicolo ha firmato per poter assicurare alcuni interventi attesi da tempo. «Nell’ambito delle attività ricognitive svolte in materia di realizzazione di opere pubbliche – si legge nel provvedimento - si è potuto constatare, durante la redazione dei progetti esecutivi, che le risorse finanziarie inizialmente definite per la realizzazione degli interventi come indicati nel Programma triennale delle opere pubbliche non risultano essere più sufficienti, in considerazione del presupposto che trattasi di interventi per i quali occorre aggiornare le precedenti progettualità ovvero studi di fattibilità applicando il nuovo prezzario regionale, in ultimo quello adottato dalla Regione Puglia in data 28 luglio». 

Interventi


Si è calcolato ad esempio che per interventi di manutenzione nel San Paolo, per le case popolari di via Candura 1, dai due milioni e 500mila euro calcolati precedentemente si è avuto un incremento di 593mila euro. Altri 558mila euro in più per la manutenzione di altre case popolari sempre in via Candura al San Paolo al numero 3; un milione in più rispetto al milione e 200mila euro preventivato per sette edifici di case popolari di via Granieri, sempre al San Paolo; un milione e 290mila euro in più rispetto ai quasi 3 milioni preventivati per costruire 24 nuovi alloggi a Sant’Anna; 430mila euro in più rispetto ai 2 milioni e 300mila euro per le case popolari a Japigia in via La Pira. Per un incremento totale (solo considerando gli ultimi progetti analizzati ) di quasi 6 milioni di euro.
Ma per reperirli è stato necessario “rilocalizzare le economie”, utilizzando ad esempio anche i fondi non ancora sfruttati legati al mancato avvio dell’intervento a Mola sulle nuove case popolari da un milione e 549mila euro, e di altre case popolari a Monopoli da un milione e 461mila euro. 
«Purtroppo non abbiamo proprio scelta – ha spiegato De Nicolo – e questi sono solo alcuni degli interventi.

Ci sono altri per i quali stiamo effettuando continue valutazioni, siamo costretti a togliere i soldi da una parte per poterli spostare ad interventi più urgenti. Più di quello che stiamo facendo non possiamo fare e so già che la settimana prossima mi dovrò mettere al telefono e chiamare i sindaci di alcuni comuni per dire loro che alcuni interventi saremo costretti a spostarli alle prossime annualità». 

Aumento dei prezzi


L’aumento dei prezzi ha quindi creato non poche difficoltà per la realizzazione del piano delle opere pubbliche dell’Arca Puglia. «I soldi che abbiamo quelli sono – continua De Nicolo – per questo gli uffici tecnici hanno prima calcolato l’ammontare dei singoli progetti in seguito all’aumento dei costi e successivamente hanno cercato il modo di fare quadrare i conti. Abbiamo dovuto fare delle scelte, tagliando da altre parti pur di assicurare gli interventi». Non solo l’Arca Puglia si trova in queste condizioni. «Ho parlato con molti colleghi di altre regioni e la situazione è drammatica ovunque – conclude De Nicolo – sono anni che dal Governo non viene portato avanti un vero piano di edilizia pubblica. È un problema di tutta Italia, molti non sanno proprio come fare, non si sono mai trovati in queste condizioni». 
 

San Girolamo

Altri tre milioni di euro rispetto alla previsione iniziale di 17 milioni per completare il cantiere ormai infinito di case popolari di San Girolamo. I lavori dovevano terminare nel 2017, ma ad oggi al posto dei 106 nuovi alloggi popolari a San Girolamo c’è lo scheletro di mattoni al quale i residenti ormai sono abituati. E al momento non ci sono ancora certezze sulla ripresa del cantiere. I lavori sono cominciati nel 2016: nei 106 alloggi si dovevano trasferire i residenti delle attuali case popolari che sarebbero state demolite per fare spazio ad edilizia residenziale. A distanza di qualche mese dall’avvio del cantiere tutto si è fermato a causa di questioni di carattere giudiziario che hanno interessato una delle ditte che faceva parte del consorzio. I lavori erano stati completati al 50 per cento. Da allora sono passati cinque anni e nulla è cambiato se non la continua lotta da parte dell’Arca per il reperimento dei fondi necessari per terminare l’opera.


«Abbiamo calcolato che a causa dell’aumento dei prezzi – spiega l’amministratore unico di Arca Puglia, Pietro Augusto de Nicolo – servirebbero altri tre milioni di euro, rispetto all’iniziale previsione. I lavori sono stati completati al 50 per cento con una spesa di 7 milioni di euro». Quindi ai 10 milioni di euro già preventivati per la conclusione degli interventi bisogna aggiungere altri tre per l’aumento dei prezzi. «Abbiamo dovuto tagliare da altre parti – continua De Nicolo – per poter assicurare l’intervento». Ma il cantiere non si è comunque sbloccato. È ancora aperto un contenzioso con il consorzio che è stato escluso dai lavori: l’Arca ha chiesto un risarcimento danni di quasi 8 milioni di euro e lo stesso consorzio ha risposto con la richiesta di una transazione. «Ma allo stato non è arrivata alcuna proposta», continua de Nicolo. Se la transazione non dovesse essere portata avanti, l’Arca dovrà da subito bandire una gara per l’affidamento dei restanti lavori. «Dobbiamo assolutamente sbloccare questa situazione – aggiunge De Nicolo – per completare quell’intervento e poi dovremo fare una valutazione anche sulla restante parte del progetto». Questo cantiere riguarda infatti solo il primo stralcio di un progetto ben più ampio che mira alla realizzazione di complessivi 588 alloggi, di cui minimo 225 di edilizia residenziale pubblica, 363 di edilizia residenziale in social housing e terziario con la possibilità di aprire attività commerciali al piano terra.
«Dobbiamo capire se ne vale ancora la pena – conclude – considerando anche la situazione attuale. Alla fine quelle case ci stanno costando tantissimo. Con gli enti interessati dovremo effettuare alcune valutazioni».
Nel frattempo i residenti attendono lo sblocco dei lavori. La zona è diventata terra di nessuno, tra erbacce, rifiuti e anche incursioni nel cantiere. Non sono mancati atti vandalici. L’Arca è stata anche costretta a smontare tutte le impalcature per una questione di sicurezza.

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