Caro carburante, l'ira dei pescatori: licenze restituite in Capitaneria e protesta a Roma

Caro carburante, l'ira dei pescatori: licenze restituite in Capitaneria e protesta a Roma
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:03

Non si placa la protesta delle marinerie baresi alla luce del caro gasolio e delle altre problematiche che attanagliano da tempo la categoria. Gli operatori della pesca di Monopoli e Molfetta, hanno protestato a Roma in attesa del confronto con la Capitale. Ieri intanto una delegazione ha consegnato le licenze nelle mani del comandante della Capitaneria, il tenente di vascello Elisa Giangrasso.

 

La solidarietà della politica 


A manifestare solidarietà alla categoria anche il sindaco Angelo Annese e il consigliere regionale Stefano Lacatena. «Con questo gesto spiega l'armatore Giuseppe Danese è come se avessimo dismesso l'attività.

Non c'è differenza. Abbiamo chiesto un incontro per giovedì a Roma ma dal governo non è giunto nessun segnale ecco perché oggi manifesteremo davanti a Montecitorio».

A sottolineare come si sia trattato di un gesto eclatante è Giancarlo Sardano della Cooperativa Frà Pescatori. «Abbiamo consegnato lo strumento che ci permette di lavorare spiega -. E' come se un camionista consegnasse la patente. Si sancisce la volontà di stare fermi per far capire che la situazione per noi è disperata. Ormai è anti economico e questo influisce su centinaia di famiglie. Arrivare a questo punto fa male». Anche la classe politica si schiera al fianco dei pescatori monopolitani.
«Non potevamo non essere al fianco dei nostri pescatori e delle loro famiglie è il pensiero del sindaco Annese -. Venivano fuori dal duro periodo di pandemia e ora si ritrovano a far fronte ad altri gravi problemi ingestibili per loro. Hanno tutto il nostro appoggio sperando che le istituzioni preposte possano dare in tempi stretti risposte rapide e risolutive».


Comparto della pesca in stato di agitazione anche a Molfetta. «Per la gravità della situazione in atto - dice Franco Minervini, direttore di Assopesca Molfetta e vicepresidente nazionale di Federpesca - chiediamo un intervento immediato del Governo. Servono misure immediate e indennizzi diretti. Ieri pomeriggio c'è stata una riunione al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, alla quale abbiamo partecipato in streaming. In queste ore a Roma si sta lavorando a un disegno di legge per arginare il problema. Proponiamo due soluzioni: o un fermo straordinario, come avvenuto nel periodo pandemico, oppure un'altra via percorribile potrebbe essere quella del credito di imposta». Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ha incontrato i pescatori per farsi portavoce del problema a livello regionale e governativo.


«Mi impegno - ha detto il primo cittadino molfettese - a sollecitare immediatamente un intervento della Presidenza del Consiglio dei ministri perché, come per il comparto agricolo, la marineria non può essere lasciata sola. Occorrono aiuti e misure straordinarie e immediate, anche a livello regionale, per dare la possibilità ai nostri marittimi di tornare in mare perché con il prezzo del gasolio alle stelle non è possibile riprendere le attività di pesca, con tutte le sue conseguenze».

Il consigliere regionale Stefano Lacatena, monopolitano, ha affiancato i pescatori della sua città ieri mattina ma insieme ai suoi colleghi forzisti Giandiego Gatta, Paride Mazzotta e Vito De Palma, ha espresso solidarietà alle marinerie. «Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le marinerie pugliesi e raccogliamo il loro grido di dolore per una situazione ormai insostenibile, causata dall'impennata dei prezzi di gasolio e della benzina si legge nella nota azzurra -. I nostri pescatori sono stati costretti a tirare i remi in barca perché i costi sono lievitati alle stelle e non è più possibile lavorare. E' un grido di dignità, il loro e quello di tanti altri operatori economici che hanno dovuto sospendere le attività perché i rincari energetici sono troppo elevati. Come si ricorderà, nelle scorse settimane abbiamo presentato una mozione proprio per richiedere un intervento alla Regione, stanziando risorse per abbattere gli aumenti. Purtroppo, la mozione non è stata ancora inserita nell'agenda del Consiglio e si attende con apprensione ciò che farà anche il governo nazionale su questo fronte. Nel frattempo, non possiamo che sentirci vicini a tutti gli uomini e le donne il cui lavoro è minacciato dal galoppo dei prezzi».
A.Spa.
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