Bari, 700 esuberi in Bosch. "Prima grave crisi della transizione ecologica". Allarme di sindacati e Confindustria. Il Mise di Giorgetti: "Tavolo in tempi brevi"

Bari, 700 esuberi in Bosch. "Prima grave crisi della transizione ecologica". Allarme di sindacati e Confindustria. Il Mise di Giorgetti: "Tavolo in tempi brevi"
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Giovedì 27 Gennaio 2022, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 19:59

Esplode la crisi dell'automotive a Bari: 700 esuberi in Bosch, il secondo insediamento industriale più grande di Puglia dopo ex Ilva. I sindacati chiedono un tavolo urgente al Governo e Confindustria lancia l'allarme. La transizione dal motore diesel a quello elettrico potrebbe costare il taglio di 700 posti di lavoro su un totale di 1.700 dipendenti. 

I dati: l'80% dei dipendenti lavora su motori a benzina e diesel

I numeri sono stati comunicati dall'azienda durante un incontro con i sindacati e la task force per il lavoro della Regione Puglia. Nello stabilimento l'80% dei dipendenti lavora per produzioni legate alle motorizzazioni benzina e diesel e in queste ore la direzione di Bosch ha chiesto una «nuova missione produttiva». Questo vuol dire che il piano di riconversione non sarà senza ripercussioni: ufficializzati gli esuberi di 700 su 1.700 dipendenti nei prossimi cinque anni. Un piano di riconversione «sangue e lacrime», lo hanno ribattezzato i sindacati.

 

"Piano lacrime e sangue". E la Regione chiama il governo Draghi

La Regione ha chiesto l'immediato intervento del governo nazionale: «Già in giornata - ha annunciato Leo Caroli, capo della task force - invieremo al ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il verbale di riunione e chiederemo la convocazione urgente di un tavolo nazionale. E' urgente e necessario - prosegue Caroli - aprire un confronto in sede ministeriale per Bosch, con la presenza del ministro dello Sviluppo Economico, serve un ruolo del governo a sostegno della riconversione». Secondo Caroli, sarà «un percorso lungo che richiederà molte tappe».

 

Il ministero di Giorgetti: "Tavolo in tempi brevi" 

Non ha tardato ad arrivare la prima risposta del Ministero dello Sviluppo economico. «La situazione della Bosch è monitorata in maniera costante dal Mise. La struttura per le crisi d'impresa del ministero è stata già allertata e convocherà il tavolo in tempi brevi - così il ministero dello Sviluppo economico in una nota - purtroppo il rischio degli esuberi
denunciato dai sindacati della Bosch di Bari, che il ministro Giancarlo Giorgetti ha visitato lo scorso 8 ottobre, è conseguenza della transizione verso il green».

Ora si guarda al futuro. «Più volte il titolare del Mise - conclude il Mise nella nota - ha  puntato l'attenzione sulla necessità che la fase della transizione sia compatibile non solo con le esigenze ambientali ma anche con quelle sociali ed economiche. Senza questo equilibrio, ha avvertito Giorgetti, il conto da pagare può diventare insostenibile».

I sindacati: "Ulteriori 500 addetti a rischio entro il 2035"

Anche i sindacati invocano il sostegno del governo: «Chiediamo un piano di salvaguardia industriale e occupazionale per lo stabilimento di Bari, altrimenti si aprirà il conflitto», hanno annunciato Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil e Ciro D'Alessio, segretario generale Fiom-Cgil Bari. Secondo il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il segretario generale Fim Cisl Bari Donato Pascazio ci potrebbero persino essere «ulteriori eccedenze di circa 500 unità entro il 2035». «La situazione è perfino più grave poiché è a rischio la sopravvivenza stessa della fabbrica», aggiungono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Riccardo Falcetta, segretario della Uilm di Bari. I sindacati chiedono a Bosch «di portare a Bari lavorazioni che oggi sono affidate all'esterno e di assegnare una missione produttiva adeguata nell'ambito della green economy».

Confindustria: "Passaggio all'auto elettrica, transizione troppo rapida" 

Preoccupato anche il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana: «È scoppiata oggi a Bari la prima crisi aziendale in Italia causata dal passaggio all'auto elettrica. La transizione ha avuto un'accelerazione troppo repentina, che sta schiacciando tutta l'industria automobilistica. La difficile prospettiva rappresentata da Bosch a Bari è conseguenza di questa veloce trasformazione del mercato e di politiche europee drastiche, che penalizzano l'Italia più di altri Paesi, perché l'Italia è la seconda realtà manifatturiera d'Europa». 

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