Bari, manifestazione con don Ciotti alla zona industriale: Cgil, Cisl e Uil con Libera per accendere i riflettori sul problema criminalità

Un gesto di solidarietà nei confronti dei lavoratori. Quando le imprese sono deboli diventano più vulnerabili ed è più facile per la criminalità mafiosa approfittarne

Bari, manifestazione con don Ciotti alla zona industriale: Cgil, Cisl e Uil con Libera per accendere i riflettori sul problema criminalità
4 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Marzo 2022, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:45

Ci saranno tutti domani mattina - 4 marzo -  in via delle Ortensie, 22 in zona industriale di Bari, davanti ai cancelli della ex Om Carrelli, attuale Selectika. Ci saranno i lavoratori di Baritech, Natuzzi, Bosch, Ferramenta Pugliese, Hotel Palace, Nova Apulia, Brsi, Saicaf, ex Om Carrelli, Spagnoletti, tutte presenti nell'elenco delle crisi aziendali gestite dal Sepac. Ma sarà una manifestazione diversa da quelle che ci sono state nelle scorse settimane, sarà infatti soprattutto un momento di incontro e di ascolto con il presidente nazionale di Libera, don Luigi Ciotti.

Il presidio alla zona industriale

È stato il referente pugliese don Angelo Cassano a chiedere a don Luigi un passaggio dinanzi alla platea di lavoratori baresi che stanno perdendo il posto di lavoro o che potrebbero perderlo nel giro di pochi mesi. E don Ciotti non se lo è fatto ripetere due volte, fra l'altro il presidente di Libera sarà nel pomeriggio a Molfetta per parlare proprio di sviluppo economico e legalità e a Trani per un incontro con alcuni imprenditori.


Lecito chiedersi perchè un prete simbolo della lotta alla mafia si rechi nell'area industriale barese. Cerchiamo di spiegarlo. Gli effetti della pandemia a cui si aggiungono quelli recenti del conflitto in Ucraina, hanno avuto per le nostre aziende ricadute pesantissime sull'import-export, sulla distribuzione e sull'approvvigionamento di materie prime e di energia. Impatto pesante per le piccole e medie imprese, prevalentemente a dimensione familiare e con la conseguente ricaduta sul piccolo commercio. Ora succede che quando le imprese sono deboli diventano più vulnerabili ed è più facile per la criminalità mafiosa approfittare della breccia che si è aperta, dovuta alla mancanza di liquidità o dalla perdita di commesse, o dalla perdita del lavoro.

Le mafie quindi si inseriscono nelle aziende per controllarle, condizionarle o rilevarle soprattutto se sono in sofferenza.

Il pericolo di infiltrazione aumenta, i sodalizi mafiosi utilizzano professionisti capaci di gestire transazioni, capitali in operazioni di carattere anche transnazionale, capaci di trasformare risorse illegali in economia legale. Gli spazi si allargano per la criminalità organizzata che spara meno ma guadagna di più, le truffe legate ai bonus dell'edilizia sono sotto gli occhi di tutti. E poi ci sono le risorse del Pnrr su cui la mafia ha messo gli occhi e vorrebbe mettere mani. Nell'ultimo dossier di Libera La tempesta perfetta 2022. La variante Criminalità si legge che nel periodo pandemico le interdittive antimafia emesse dalle prefetture nei confronti di aziende controllate o condizionate dalle organizzazioni criminali sono stata 3.919. Le truffe e frodi informatiche hanno segnato per la Puglia un +49% seconda in Italia dopo il Veneto, e terza per i reati di usura (+32%). I numeri della variante Criminalità ci consegnano una Puglia in zona rossa insieme ad altre 6 regioni italiane.

Un gesto di vicinanza ai lavoratori


La presenza quindi di don Luigi Ciotti vuole essere un gesto di solidarietà nei confronti dei lavoratori e il tentativo di creare una rete solida di antimafia sociale, a sostegno del lavoro e della imprenditorialità sana, quella capace di creare lavoro. L'iniziativa è stata organizzata dal coordinamento di Libera, insieme a Cgil, Cisl e Uil della provincia di Bari e vuole accendere i riflettori sulla grave situazione di crisi occupazionale che coinvolge centinaia di lavoratori mettendo a rischio intere famiglie in un contesto di precarietà derivante dal periodo post pandemico aggravato dall'esplosione della guerra in Ucraina. «In un Sud che sconta storicamente uno scarto con i livelli occupazionali del Nord Italia e della media europea, con particolare riferimento alle generazioni più giovani, si legge in un comunicato congiunto - il rischio di un'emorragia occupazionale significa l'ennesima condanna ad un ulteriore impoverimento ed al rafforzarsi delle ingiustizie sociali. È ora di rilanciare il sistema produttivo in chiave ecologica attuando una transizione verso un modello produttivo sostenibile dal punto di vista ambientale anche attraverso le risorse del Pnrr il cui utilizzo va garantito e monitorato da una gestione politica trasparente. Si tratta di soldi che fanno gola a molti, comprese le mafie, per questo è necessario che questi investimenti siano realizzati attraverso una programmazione compartecipata dalle parti sociali e che escluda il rischio di infiltrazioni».
B. Sta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA

© RIPRODUZIONE RISERVATA