​Parco della Giustizia, «Ok alla variante urbanistica»

Parco della Giustizia, «Ok alla variante urbanistica»
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Sabato 25 Marzo 2023, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 05:00

Il progetto del Parco della Giustizia approda il 3 aprile in Consiglio comunale a Bari: aperta la conferenza di servizi dal commissario straordinario ora spetta al Consiglio esprimersi nel merito del progetto da 405 milioni di euro che porterà ad una radicale trasformazione dell’attuale area delle casermette Capozzi e Milano in un grande parco verde e nella realizzazione di quattro edifici dove accorpare gli uffici giudiziari. Per un totale di 15 ettari di cui 10 dedicati al verde. Progetto che domani sarà discusso anche con il ministro Nordio, in visita a Bari.

Il Consiglio comunale


Il Consiglio comunale dovrà quindi esprimersi sulla base della relazione istruttoria presentata dal direttore della ripartizione Urbanistica e dal direttore dei Lavori pubblici.

Parere che poi sarà trasmesso in conferenza di servizi. Il Consiglio comunale darà anche atto «in forza della disciplina nazionale di riferimento, che l’approvazione del progetto – si legge nella delibera - secondo disposizioni di legge costituisce variante puntuale al piano regolatore, perfezionata attraverso la procedura di localizzazione di un’opera pubblica». Nelle relazioni tecniche si precisa che «le verifiche quantitative sulle dotazioni a standard urbanistici risultano soddisfatte». Inoltre viene riconosciuta nella realizzazione del parco, aperto al pubblico e a servizio della collettività, «un presupposto irrinunciabile per il perfezionamento dell’iniziativa in quanto atta ad individuare l’opportuno punto di equilibrio nel bilanciamento tra le esigenze di rango urbano correlate alla realizzazione dell’infrastruttura di Giustizia e quelle propriamente locali».

Le relazioni

 
Nelle dettagliate relazioni vengono analizzati tutti gli aspetti del progetto, dal verde alla variante urbanistica. «L’insediamento della funzione «Uffici di Giustizia» rende necessaria – si legge nella relazione - una modifica alla strumentazione urbanistica per allineare la destinazione d’uso dell’infrastruttura in progetto alla destinazione urbanistica delle aree destinate ad accoglierla, che si perfeziona nell’ambito del procedimento di approvazione dell’opera pubblica». La soluzione proposta individua per le aree già sedi del compendio militare due differenti funzioni: una prima - relativa al blocco di edifici a sud di via Alberotanza, corrispondente all’insediamento del polo giudiziario vero e proprio - che ne comporta una qualificazione riconducibile, sotto il profilo urbanistico, a quella delle «Aree destinate alla espansione e allo sviluppo dei servizi a carattere regionale o urbano»; la seconda - relativa alle aree a nord ed in corrispondenza della via Alberotanza che ne comporta la qualificazione riconducibile, sotto il profilo urbanistico, a quella delle «Aree a verde pubblico di tipo B (verde di quartiere)».


Nella relazione viene precisato inoltre che «la soluzione proposta prevede un intervento di rigenerazione di ampio respiro. Il progetto così proposto libera dall’edificazione pre-esistente dismessa e destina concretamente a parco cittadino e servizi correlati gli ulteriori 7,70 ettari del compendio e posti a nord. Questa soluzione consegue dunque una coerenza con le strategie (e gli obiettivi sottesi) della pianificazione urbanistica generale». La proposta è quindi stata ritenuta compatibile dagli uffici tecnici. «L’insediamento in ambito di Municipio 2 della funzione «Giustizia» permette alla comunità di riappropriarsi e di rivivere nuovamente i luoghi anche grazie alle funzioni di presidio nel territorio che l’esercizio dell’Ufficio pubblico produce - si legge ancora nella relazione- L’uso continuo di quei luoghi determina un incremento dello standard di sicurezza per il quartiere». Infine la relazione istruttoria delle ripartizioni tecniche precisa che l’intervento si pone in coerenza con le strategie cittadine aventi rilievo sulla dotazione di verde e servizi per la città che «miglioreranno, in futuro, il rapporto tra standard per verde esistente e popolazione residente».

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