Due studenti disabili si laureano nella stessa sessione all'Università di Bari

Uno degli studenti laureati
Uno degli studenti laureati
di Giuseppe ANDRIANI
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Martedì 26 Luglio 2022, 18:42 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:26

Valerio e Antonio con l’università non hanno battuto la propria disabilità, ma ne hanno fatto un valore, hanno distrutto un muro che sembrava insormontabile. Hanno scelto di studiare Storia e scienze sociali all’Università di Bari, ieri, scherzo del destino, si sono laureati insieme, nella stessa sessione. E c’era, tanto per ribadire l’attenzione dell’ateneo barese a questa tematica, il rettore Stefano Bronzini, che li ha proclamati in prima persona.

Determinati nonostante le difficoltà


Valerio, di origini cinesi, è un ragazzo non udente. Immaginate le difficoltà per studiare con la didattica a distanza. «Siamo riusciti a ottenere l’interprete in lingua Lis anche in videoconferenza», racconta la delegata del rettore alle disabilità, Gabriella Coppola. È stato assistito, aiutato, così come dovrebbe sempre avvenire e Valerio, ieri, ha regalato alla propria famiglia, agli amici e all’interprete, Anna Brescia, presente durante la discussione della tesi, un 105 su 110. Al momento della proclamazione, è stato Bronzini a proporre l’applauso nella lingua dei segni: un modo per ribadire che non esistono diversità tra gli studenti. 
La storia che viene da Bari è bellissima perché densa di significati, perché non è solo la realizzazione negli studi di due ragazzi con disabilità diverse, ma è la dimostrazione che se si fa squadra, se l’ateneo è inclusivo, si può raggiungere qualsiasi sogno. Come quello di Valerio. 

Antonio laureato con 110 e lode


E con lui, ieri, c’era Antonio. Da piccolo gli hanno diagnosticato una forma autistica al 100%, la sindrome di Asperger. Ha scritto una tesi su Aldo Moro e la Costituente, si è laureato con 110 e lode. Accanto a lui la mamma, a cui l’ateneo ha permesso di assistere alle lezioni anche quando gli ingressi erano contingentati a causa della pandemia. E gli era stato affiancato un tutor alla pari, uno studente con un contratto da 150 ore con l’università. Segnali di attenzione, ripagati dal massimo dei voti. E da un sorriso enorme, quello di chi ce l’ha fatta. Ieri mattina, in ateneo, è andata in scena una giornata storica per l’Università di Bari, non solo per i due ragazzi che hanno realizzato il proprio sogno, che sono riusciti in quella che per tanti sarebbe stata un’impresa, ma per il significato sociale che la sessione di laurea assume: si può fare. E sembra quasi una frase che Uniba vuole urlare al resto del mondo universitario. Sì, si può fare. E non è stato semplice. 
«I due ragazzi hanno due disabilità diverse, ma in comune una forte forza di volontà e un’enorme passione per la storia.

Questo - prosegue la dottoressa Coppola - è un successo del nostro modello di rete. Pensate soltanto a questo è stato complicato, per entrambi, studiare durante la pandemia. Eppure ce l’hanno fatta. Avevano dei bisogno diversi, ma siamo riusciti ad aiutarli. Quando abbiamo programmato il rientro in sede contingentato dopo la dad, la scelta è stata chiara, lasciando dei posti per i ragazzi diversamente abili. Siamo stati attenti all’inclusione, perché ogni dipartimento ha un delegato alle disabilità. La rete ha funzionato».

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