Bari, turismo in ascesa: arrivi non solo in estate e tanti stranieri in città

Bari, turismo in ascesa: arrivi non solo in estate e tanti stranieri in città
di Elga MONTANI
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Martedì 29 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:11

Il turismo a Bari e in Puglia è in ripresa, dopo la brusca caduta nel 2020 legata all’emergenza pandemica legata al Coronavirus. I dati del 2021, anticipati da Puglia Promozione durante la presentazione del progetto europeo S.li.des., sono molto incoraggianti.

La Puglia si conferma meta ambita e chi passa le sue vacanze nella nostra regione lo fa, prima di tutto, perché c’è già stato e si è trovato bene (le statistiche dicono che il 52% del campione esprime tale motivazione). «La Puglia è un luogo familiare dove si sta bene e dove ritornare – sottolineano –. I luoghi familiari danno anche una sensazione di comfort, sicurezza, minor rischio».

Il sondaggio

Stando ad un sondaggio commissionato a Swg, la principale attrattiva della nostra regione resta il settore balneare, seguito dai paesaggi naturali e da città e paesi caratteristici. Ma si posizionano bene anche arte e cultura e gli itinerari eno-gastronomici. Così come la Puglia ha registrato nei dieci anni pre-pandemia un costante incremento dell’andamento dei flussi turistici, lo stesso si può dire per la città di Bari.

Il principale afflusso di turisti arrivava dall’estero ed era passato dai settantamila arrivi del 2011 ai centonovantamila del 2019, un balzo pari al 180%. Nell’annus horribilis 2020 sono stati, invece, solo circa quarantamila, mentre il 2021 ha visto un nuovo incremento, facendo registrare circa centomila arrivi dall’estero. Il tasso di internazionalizzazione, ovvero la percentuale di turisti stranieri a Bari, ha toccato un 40% del 2019, mantenendosi vicino alla media nazionale pari a circa il 50% e molto lontana da quello della Puglia fermo al 27%.

La mappa dei Paesi

Ma se fino al 2019 la top five dei Paesi che fornivano maggiori turisti a Bari comprendevano Russia e Stati Uniti, ora tali Paesi sono quasi scomparsi. Al loro posto, in cima a questa particolare classifica si trovano Francia (diciottomila presenze nel 2021), Polonia (novemila), Germania (poco meno di novemila), Spagna (settemila) e Paesi Bassi (cinquemila). A differenza del turismo regionale, che è caratterizzato da una forte stagionalità, Bari è una delle poche città in Puglia a registrare una stagionalità del turismo non molto marcata. Nel report presentato si sottolinea che: «Nel 2021 la ripresa estiva che ha caratterizzato molte località della Puglia ha interessato solo marginalmente la città di Bari, che ad agosto ha superato gli arrivi del 2019». Questi dati sono, comunque, solo un anticipo del report completo che Puglia Promozione presenterà dopo Bit (la fiera dedicata al turismo), che si terrà a Milano dal 10 al 12 aprile prossimi.

E nel presentarli, Luca Chiarullo di Puglia Promozione ha sottolineato: «Il 2020 è un anno non utile da considerare a livello statistico in quanto del tutto eccezionale». Se il 2019 era stato un anno da record sia per la Puglia che per la città di Bari, il 2021 ha rappresentato, invece, la rinascita che ci si augura continui in questo 2022. D’altronde, prima dell’emergenza Covid, il settore registrava una costante crescita dovuta anche alla sempre maggiore capacità di promuovere e valorizzare le attrazioni e le risorse presenti sul territorio, e non necessariamente legate sempre e solo al settore turistico balneare e al mare.

L’eccezionalità rappresentata da Bari in questo scenario, come detto, sta nell’essere la città con il più alto tasso di turisti internazionali, anche grazie alla presenza di san Nicola e al suo culto che portano, da sempre, in città turisti da tutto il mondo, e non solo dal resto d’Italia. Anche su questo fattore, però, come evidenziato, il blocco causato dalla pandemia ha inciso in maniera pesante, causando una contrazione non solo dei flussi dall’estero verso la città di Bari, ma anche una variazione considerevole della nazionalità di provenienza dei turisti esteri. «Il futuro è ancora tutto da definire – ha concluso Chiarullo – anche a causa degli scenari internazionali, legati non solo alla emergenza Covid non ancora finita, ma anche al conflitto che purtroppo ora sta interessando l’Ucraina».

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