In tribunale sì, ma solo su appuntamento: avvocati in stato di agitazione

In tribunale sì, ma solo su appuntamento: avvocati in stato di agitazione
di Beppe STALLONE
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Domenica 31 Ottobre 2021, 02:00

La questione resta irrisolta. Almeno per ora. Alle segreterie e cancellerie del Tribunale e della Procura di Bari gli avvocati potranno accedere solo previo appuntamento. Gli avvocati insomma, anche se muniti di green pass, non potranno accedere liberamente a cancellerie e segreterie. La legge intanto non prevede che agli avvocati venga controllato il green pass e, per questa ragione, la proposta di consentire, anche se su base volontaria, l’accesso libero agli avvocati muniti del certificato verde, non è una strada percorribile. 

Gli avvocati non possono accedere a cancellerie e segreterie


Fra l’altro non si capisce in questa proposta chi dovrebbe controllare il green pass degli avvocati, lo stesso cancelliere? O un altro addetto specificamente individuato? Il no è giunto da Barbara Fabbrini, capo dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia, che nei giorni scorsi ha incontrato in Corte d’Appello a Bari il Presidente della Corte d’Appello Franco Cassano, il procuratore generale Anna Maria Tosto, i presidenti dell’Ordine degli avvocati e della Camera penale di Bari, Giovanni Stefanì e Guglielmo Starace, alla presenza del sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. La Camera penale di Bari nei giorni scorsi ha proclamato lo stato di agitazione proprio per contestare la proroga fino alla fine di quest’anno delle limitazioni agli accessi agli uffici giudiziari. Era così nata la proposta del green pass volontario, ma l’idea è stata bocciata dalla rappresentante del Ministero della Giustizia. 


«L’idea del green pass è stata bocciata - ha precisato il presidente della Camera Penale Guglielmo Starace - perché c’è una circolare del ministro Brunetta che impone ancora prudenza negli uffici pubblici.

Purtroppo la soluzione dell’appuntamento non funziona e il nostro obiettivo è quello di eliminarla». L’incontro dell’altro giorno è stato definito da Starace «cordiale e positivo, il confronto continua e nei prossimi giorni ci incontreremo ancora». Un confronto senza dubbio positivo anche per il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. «Si sono create le basi per un accordo che coniughi l’adempimento degli avvocati e la sicurezza. Sono al vaglio alcune soluzioni e vedremo cosa mettere nero su bianco con un protocollo. L’incontro è stato un bell’esempio di leale collaborazione istituzionale fra avvocati, magistratura e Governo».

In campo c’è l’esercizio della professione da parte degli avvocati e dall’altro le norme di sicurezza anti-Covid e nonostante gli sforzi non si riesce a trovare la quadra. Sembra quasi un paradosso, nel senso che gli avvocati non hanno bisogno di mostrare il green pass ma, una volta entrati in Tribunale o in Procura, la loro “libertà” di movimento si infrange sul muro degli accessi per appuntamento con cancellerie o segreterie. E non è tutto perché la risposta agli appuntamenti non è immediata, arriva nell’arco di una settimana se va bene e questo non fa che rallentare il lavoro degli avvocati e in generale della macchina della giustizia che non già non eccelle per velocità ed efficienza. L’appuntamento per accedere alle cancellerie è un disagio oggettivo per la classe forense e di conseguenza anche per il cittadino che al suo avvocato chiede risposte e tempi brevi. Ma altri due mesi di attese e lungaggini non li vuole nessuno per cui, dato comunque il clima di grande disponibilità fra le varie parti, non si dispera di giungere quanto prima a una soluzione buona per tutti, cancellieri compresi.

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