Bari, proseguono le spaccate e i commercianti sono esausti: «Noi abbandonati da tutti, attendiamo un confronto»

Bari, proseguono le spaccate e i commercianti sono esausti: «Noi abbandonati da tutti, attendiamo un confronto»
di Enrico FILOTICO
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Sabato 19 Marzo 2022, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 12:26

Non sono serviti gli stati generali del commercio che si sono tenuti lo scorso 13 marzo. I commercianti baresi continuano a lamentare un sostanziale abbandono: sul banco degli imputati ci è finita l'amministrazione comunale di Bari che non è riuscita a mettere in campo soluzioni tali da arginare il fenomeno.

«Non è cambiato nulla. Noi stiamo aspettando dal giorno in cui il sindaco si è riunito in prefettura una comunicazione, ci saremmo dovuti sentire per fare un tavolo tecnico del commercio per discutere di tutto quello che non funziona in città - spiega Domenico Tarantini, presidente dell'associazione La formica -. Dopo gli stati generali del commercio abbiamo costituito gli assessori ombra e con loro stiamo lavorando. Noi vogliamo essere collaborativi e non vogliamo sostituirci a nessuno, al di là delle spaccate sulle vetrine c'è tanta roba che non funziona per il commercio. La pandemia ha fatto un grosso danno, non abbiamo avuto tutti i ristori che ci avevano promesso. Poi è venuto il caro bolletta, il caro benzina e ora le aggressioni sulle vetrine. Qui la gente è al collasso. Si stanno chiudendo un sacco di attività. Noi abbiamo deciso di prendere la situazione in mano, faremo un giorno di sciopero fiscale senza vendere acqua, latte e pane.

Tutti chiusi».

L'umore nero

Parole che restituiscono il termometro dell'umore dei commercianti, arrivati addirittura a immaginare una para-giunta di settore allo scopo di poter darsi un indirizzo interno. Il sentimento diffuso è quello di paura per una categoria che tanto ha subito da un punto di vista economico il Coronavirus e che ora, come se tutto quello che sta accadendo non fosse abbastanza, è costretta a convivere anche con violenza gratuita. «La gente muore di fame. Noi vogliamo una consulta del commercio che ci tenga in considerazione. Noi stiamo raccogliendo i beni alimentare da mandare al confine con l'Ucraina, è frustrante però vedere che a noi non pensa nessuno. È una città allo sbando, le strade sono sporche e i criminali vengono arrestati e rilasciati - continua Tarantini -. Non c'è la certezza della pena per chi commette un reato, io che subisco un danno devo pagare se non ho un'assicurazione. Poi dopo due giorni scopro che la persona è fuori».

Sugli autori, poi, il presidente de La Formica ha una sua idea: «I ladri rubano, qui non si ruba praticamente niente. Hanno tolto i soldi rimasti nelle casse, il furto di un po' di materiale. Nel nostro quartiere in 300 metri hanno fatto tre spaccate, non mi capitava di vederlo da una vita». Poi l'appello al primo cittadino: «Il sindaco è stato eletto con quasi il 70% dei voti, diventa il sindaco più amato d'Italia e Bari è al 77esimo posto per vivibilità della città. Qualcosa non va. Dopo che è stato eletto la città è allo sbando. Avevo un buon rapporto con Decaro continua Tarantini -, però deve capire che noi non vogliamo nessun favore ma ci deve ascoltare. Qui si scatenerà la rivoluzione, non ne possiamo più. La preghiera che faccio all'amministrazione è quella di vederci per il bene della città, lui non è il sindaco di una parte politica. È il mio sindaco. I nostri locali danno sicurezza alla città, vogliamo solo una pianificazione per la città».

Non sono parole isolate quelle del presidente de La Formica. Anche Nicola Bux rilancia il messaggio: «Non è cambiato nulla, hanno arrestato una persona ma non so di più. Dicono che hanno aumentato i controlli, dovrebbero aumentare anche le camere in città. Noi siamo in una zona scoperta, non controlla nessuno». Poi Bux offre una ricostruzione dei fatti: «Introno alle 3 di notte entrano, spaccano e vanno via. Tutto a piedi, per non dare nell'occhio quando vanno via. Sono velocissimi. L'importante è non cedere ai vandali, sono persone disperate che hanno bisogno di soldi veloci».


Felciita Jirillo, proprietaria di un negozio in centro parla del lavoro che stanno svolgendo in queste settimane: «Sono state colpite in centro più di 40 attività. Quello che abbiamo fatto noi è stato ascoltato anche se non siamo mai stati contattati, io sottolineo il concetto che nessuno si vuole sostituire agli assessori o alla giunta. Vendere è diventato difficilissimo, poi bisogna risanare i danni a proprie spese da parte di questa gente che ci ha riportato negli anni '80. È una situazione che riscalda moltissimo gli animi, noi vorremmo comunicare il problema reale per voce di chi lo vive. Noi commercianti non ce l'abbiamo con il sindaco, però per il benessere generale dovrebbero ascoltarci di più».
All'orizzonte anche il rischio che il centro della città si svuoti di commercianti che potrebbero immaginare una zona differente in cui agire, magari le più serene San Pasquale e Poggiofranco ad oggi risultano location più facili. «Questa storia dei reati minori prevede che noi commercianti dobbiamo subire i danni spiega Angelo Fanelli, commerciante del quartiere Carrassi -. Noi oggi vediamo solo vigili fare le multe per i divieti di sosta e poco altro. Siamo tutti uguali per questi ladri, non c'è l'identikit del negozio. Giocattoli, bar e generi alimentari sono stati colpiti indistintamente».
 

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