Beni del valore di 10,8 milioni di euro, fra i quali prestigiosi immobili a Bari e disponibilità finanziarie, sono stati sottoposti a sequestro preventivo per equivalente dalla Guardia di Finanza nei confronti dell'ex avvocato penalista barese Giancarlo Chiariello, ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari in concorso con l'ex gip barese Giuseppe De Benedictis e accausato di dichiarazione infedele dell'Iva e delle imposte sui redditi dovute all'Erario tra il 2014 e il 2019.
L'indagine costola di quella leccese sul gip
L'operazione costituisce l'epilogo di investigazioni svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, su delega della Procura, in seguito all'esecuzione della misura cautelare personale disposta dal Tribunale di Lecce per vari episodi di corruzione in atti giudiziari e al contestuale rinvenimento, nell'abitazione del figlio, della somma pari a circa 1,1 milioni di euro in contanti, contenuti in tre zaini e in parte sigillati all'interno di buste sottovuoto.
Reddito da operaio ma con onorari milionari
Avrebbe intascato compensi per attività legale fino a 100mila euro per ogni cliente, dichiarando redditi annui tra i 26mila e i 60mila euro. È quanto ha accertato la Guardia di Finanza Nel corso dell'interrogatorio di garanzia dopo l'arresto per corruzione in atti giudiziari e il rinvenimento a casa di suo figlio di zaini contenenti 1,1 milioni di euro in contanti, Giancarlo Chiariello aveva già «riconosciuto come proprie» le somme di denaro sequestrate, «indicandole - spiegano i finanzieri - come i risparmi di vent'anni derivanti dai pagamenti dei clienti per l'attività professionale prestata».