Bari, con la riforma del catasto il rischio "aumenti" cosa cambia per le seconde case

Bari, con la riforma del catasto il rischio "aumenti" cosa cambia per le seconde case
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Venerdì 8 Ottobre 2021, 05:00

Torna nell’agenda politica la riforma del catasto. Si tratta di una riforma fortemente richiesta dall’Europa già qualche anno fa e bloccata dall’ex Governo Renzi. Sono tanti i governi che hanno tentato invano, negli ultimi anni, di attuare una trasformazione che potesse aggiungere maggiore equità fiscale in Italia. L’ultima riforma del catasto è del 1989. Tra il 1996 e il 1997 le rendite sono state alzate del 5%. A partire dal 2005, i Comuni possono chiedere all’Agenzia il “riclassamento” di singoli immobili o di intere aree. 

Lo studio della Uil sul territorio


E adesso, come conferma uno studio sulle ipotesi della riforma effettuato dalla UIL – Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, spunta nuovamente tra le righe una legge che potrebbe rivoluzionare il sistema fiscale eliminando i vani catastali dalle tabelle di riferimento per lasciare spazio ai metri quadrati. Il valore di reddito potrebbe essere affiancato da quello medio di mercato, le molte categorie catastali potrebbero essere drasticamente semplificate, fino al punto di cancellare la separazione tra case popolari e di lusso con “immobili ordinari” e “immobili speciali”. E l’impatto non riguarderà solo le tasse che gravano sulla casa (IMU, Imposte ipocatastali, imposta di registro ecc.), ma anche sull’ISEE, l’indicatore che consente di ottenere agevolazioni e sconti (dalle bollette alle rette per i servizi quali asili, mense, RSA ecc.), con la conseguenza di un aumento delle rette o di un’uscita dalla protezione sociale. 
Secondo le elaborazioni della UIL, che ha preso in considerazione i valori OMI (Osservatorio Mercato Immobiliare) sulle compravendite degli immobili aggiornati al secondo semestre del 2020 di un appartamento ubicato in zona semi centrale, mettendo a raffronto tali dati con le rendite catastali medie attuali (A/2 e A/3) nelle città capoluogo di regione, a Bari si percepirebbero delle variazioni decisamente importanti in termini numerici anche sugli effetti dell’IMU applicati alle seconde case.


Per non parlare poi dell’impatto sull’ISEE di una prima casa. Dall’elaborazione del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio emerge che a livello nazionale, con i nuovi valori catastali, le rendite aumenteranno mediamente del 128,3% con punte del 57,7% nel capoluogo pugliese. a Bari, infatti, sull’analisi di un appartamento medio composto da 5,7 vani, l’attuale rendita catastale rivalutata ai fini IMU è stimata in un valore di 160.440.
Si tratta di un appartamento esemplare da 115 metri quadrati, che svilupperebbe un nuovo valore catastale quantificato in 253.000. È bene ricordare che questo dato, da non confondere con il suo valore di mercato, è utilizzato in ambito fiscale per determinare la base imponibile su cui applicare determinate imposte.

Il valore catastale si ottiene moltiplicando la rendita catastale rivalutata per un moltiplicatore catastale.


La rendita catastale rivalutata è il prodotto della rendita catastale non rivalutata per un coefficiente di rivalutazione (nel caso dei terreni agricoli si parla di reddito dominicale rivalutato, ma la modalità di calcolo è la stessa). Sia il moltiplicatore catastale che il coefficiente di rivalutazione dipendono dalla categoria catastale cui appartiene l’immobile e hanno subito modifiche nel corso del tempo. L’impatto dei nuovi valori IMU sulle seconde case vede un aumento medio a livello nazionale di 1.150 euro, passando dagli attuali 896 euro a 2.046 euro. 
A Bari il rincaro dell’IMU sarà di 981 euro, passando dagli attuali 1.701 euro a 2.682 euro. Mentre una prima casa ai fini del calcolo dell’ISEE aumenterà mediamente di 75 mila euro, con punte più basse a Bari (61.707 euro) per effetto della differenza ottenuta tra l’attuale valore di 71.960 sulla prima casa e quello ipotizzato di 133.667. Ma non è tutto. Secondo le stime della UIL, il valore medio delle compravendite sulle abitazioni civili di Bari oscillerebbe da un minimo di 2.250 euro ad un massimo di 2.800 euro al metro quadro. Per quanto riguarda le abitazioni di tipo economico, invece, il valore oscillerebbe tra i 1.650 e i 2.100 euro al metro quadro. Nel capoluogo pugliese, infine, il valore medio di mercato viene stimato in 2.200 euro al metro quadro, che diventerebbe di 1.170 (categoria A/2), 740 (categoria A/3) e 955 (la media fra le due categorie). 
Al. Schi.
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