Dalla visione dell'archistar Renzo Piano la rinascita del quartiere San Paolo a Bari. Ecco il progetto

Dalla visione dell'archistar Renzo Piano la rinascita del quartiere San Paolo a Bari. Ecco il progetto
di Beppe STALLONE
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Martedì 22 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:18

Il quartiere San Paolo rinascerà grazie al progetto dell'archistar Renzo Piano. Riempire vuoti urbani, rivitalizzarli, diminuire le distanze, in modo da annullare il concetto stesso di periferia, ricucire e dare vita. Questo l'obiettivo.

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Lo strumento urbanistico vigente

l Piano regolatore generale di Bari, il “Piano Quaroni” tuttora vigente, fu approvato l’8 luglio del 1976, ma già nel 2006 l’amministrazione comunale ritenne necessario avviare processi di pianificazione e programmazione della città, per individuare nuove modalità di sviluppo sostenibile, adeguato ai grandi cambiamenti degli ultimi decenni. 

Al “Piano Quaroni” si contestava fra l’altro di non aver risolto la questione del nodo ferroviario, che ora con i 100 milioni del Pnrr potrebbe trovare una soluzione e di aver dato vita a quartieri ghetto come ilSan Paolo, isolati dal centro e dove facilmente nascevano e si sviluppavano situazioni di degrado sociale.

Dal 2006 si iniziano a tracciare le linee guida del Documento Programmatico Preliminare (Dpp), propedeutico al Piano Urbanistico Generale (Pug). Il Dpp fu approvato in giunta nel 2009 e in consiglio comunale nel 2011. Il Pug venne consegnato dai progettisti e validato nel 2014. Siamo nel 2022 ma il nuovo Pug in consiglio comunale non è ancora arrivato.

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Il sindaco Antonio Decaro ha spesso assicurato che il Pug vedrà la luce prima della fine del suo mandato. L’iter per l’approvazione definitiva del Pug però ha i suoi tempi. Occorre far presto se si vogliono mantenere le promesse e evitare che a Bari si continui a costruire dappertutto.

La rinascita dei quartieri

Il piano Quaroni individuava infatti una serie di aree di espansione ma prevedeva anche un aumento della popolazione fino a 650mila abitanti, cosa che non è avvenuta, gli abitanti di Bari sono oggi meno della metà. Intanto, tra il Piano Quaroni e il nuovo Pug il quartiere San Paolo ha cambiato volto. Il parco di viale Europa, la metropolitana leggera che consente ai residenti di raggiungere il centro in pochi minuti, i murales nell’ambito di un progetto di street art che fa ora del San Paolo un museo a cielo aperto. 

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Quest’anno, sempre in attesa del Pug, sul quartiere San Paolo focalizza la sua attenzione il gruppo di lavoro sulle periferie, G124, fondato da Renzo Piano nel 2013. Un ritorno per l’archistar genovese a oltre 30 anni dalla realizzazione dello stadio San Nicola.
Il gruppo di lavoro di Piano è già intervenuto, negli anni scorsi, sulle periferie di Milano, Roma, Padova, Siracusa, Palermo, Modena. Nel 2022 la squadra dell’architetto-senatore ha scelto come luoghi di intervento i quartieri San Paolo a Bari, Sanità a Napoli e Commenda Est a Rovigo. Il gruppo guidato da Renzo Piano è formato da alcuni professori, i tutor, e 12 giovani laureati borsisti, selezionati da 3 università: il Politecnico di Bari, la Federico II di Napoli e l’università di Padova. Per quanto riguarda il San Paolo, i tutor baresi sono Carlo Moccia e Francesco DeFilippis, docenti del Politecnico. 
I borsisti baresi sono Tiziano De Venuto, Ezio Melchiorre, Rosa Piepoli e Giuseppe Tupputi. L’azione del gruppo di Renzo Piano si concentrerà sui luoghi, sui vuoti, ma anche sulle relazioni umane, «affinché, grazie alla partecipazione, ciascun individuo possa riconoscersi come parte di una comunità e far maturare in sé, incoraggiato dalla produzione di nuova bellezza, la voglia di prendersi cura dei beni comuni».


Riempire vuoti urbani, rivitalizzarli, diminuire le distanze, in modo da annullare il concetto stesso di periferia, ricucire e dare vita. Fare di un luogo lontano dal centro un altro centro. Compito dei progettisti sarà anche quello di realizzare idee «captando i giusti canali di finanziamento. Dovranno riuscire a trasformare le idee giuste in progetti, i progetti in cantieri e i cantieri in nuovi spazi di vita, apprezzati e amati dalle comunità opportunamente interpellate. I borsisti dovranno partire dalle vocazioni dei luoghi, dalla scoperta di tutte le energie sociali e umane già presenti, dal coinvolgimento delle amministrazioni locali, dall’individuazione di sponsor e stakeholder. Tutto deve combaciare ed essere incanalato nella realizzazione di benefici micro-cantieri e realizzazioni capaci di dare, nell’arco di un anno, nuova anima ai luoghi».
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