Bari, differenziata flop. Raccolta in ritardo e porta a porta solo nella parte nord della città

Bari, differenziata flop. Raccolta in ritardo e porta a porta solo nella parte nord della città
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Martedì 14 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:53

La raccolta differenziata a Bari procede con estremo ritardo. A testimoniarlo sono i dati raccolti dall’analisi della Regione Puglia, e che vedono il nostro capoluogo nelle retrovie della classifica regionale: appena il 37.52% dei rifiuti prodotti nei primi sei mesi dell’anno in corso è stato differenziato correttamente. Una percentuale bassissima, ben al di sotto della soglia minima del 50% che vorrebbe dire per la nostra città solo l’inizio della transizione ecologica, in cima all’agenda 2030 delle Nazioni unite come azione fondamentale di contrasto al dissesto ambientale.

Via al porta a porta, poi il rallentamento

Eppure il meccanismo era partito bene, prima di incepparsi. Durante il primo mandato dell’amministrazione Decaro aveva preso il via la raccolta differenziata porta a porta, che prevede la scomparsa dei cassonetti dalla strada per far posto alle “pattumelle” dedicate alle singole abitazioni o ai condomini, con un preciso calendario settimanale per il conferimento e la raccolta di ogni frazione di rifiuti. Esattamente come accade in tantissimi centri della provincia.
Ma il discorso si è interrotto a metà, e la raccolta dei rifiuti in questo momento vede una città divisa in due. Il porta a porta è partito, con buoni risultati, solo nella zona nord di Bari, vale a dire nei quartieri Santo Spirito, Catino, San Pio, Palese, San Girolamo, Fesca, San Cataldo, Marconi, Villaggio del Lavoratore, Stanic e una porzione del rione San Paolo.


Fuori dal conteggio, fino a ora, sono rimaste le zone della città più densamente popolate: dal Libertà a Poggiofranco-Picone, dal Quartierino a Carrassi, da San Pasquale-Mungivacca a Japigia, da Sant’Anna a Torre a Mare, fino a Murat, Madonnella e Bari vecchia. Per non parlare di rioni altrettanto popolosi come Loseto, Santa Rita, Carbonara e Ceglie del Campo, ancora con i cassonetti in strada e senza raccolta differenziata porta a porta. Insomma, la parte di Bari che ancora conferisce i rifiuti alla vecchia maniera è sensibilmente più estesa rispetto a quella dove la soluzione del porta a porta ha già preso piede da anni.
E gli effetti di questa gestione “bipolare” della raccolta rifiuti si sono fatti sentire anche nel recente periodo.

L'emergenza in estate

Fra luglio e agosto tanti cittadini, soprattutto nel quadrilatero centrale Libertà-Murat-Madonnella-Umbertino, avevano segnalato all’amministrazione comunale cataste di spazzatura abbandonate sui marciapiedi, strade sporche, cassonetti stracolmi e cattivi odori insopportabili, soprattutto con il gran caldo. Un’emergenza che in quei giorni portò Pietro Petruzzelli, assessore comunale all’Ambiente, a intervenire pubblicamente per spiegare la situazione: «Amiu ha deciso di far fronte a questa emergenza attraverso l’assunzione da una agenzia di lavoro interinale di 20 operatori ecologici e di 5 autisti che saranno impegnati fino alla fine di settembre.

Questi nuovi operatori sono entrati in servizio oggi e spero possano migliorare la pulizia e il decoro della città», scriveva Petruzzelli il 5 agosto sulla sua bacheca social. Insomma, il pomo della discordia è il personale carente in seno all’Amiu, l’azienda municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti.

D’altra parte, l’organico che manca in Amiu è un problema cronico con cui la società fa i conti, in attesa di un concorso che non si sblocca ancora. Un fatto che lascia intendere come, avviando il porta a porta, il Comune di Bari avesse fatto il passo più lungo della gamba. Tant’è che Amiu, per garantire il servizio ordinario, ha dovuto fare appello agli interinali.
«Sono certo che da oggi la situazione migliorerà, ma sono anche certo che la soluzione sia il concorso, che stiamo aspettando da tanto tempo e che spero a breve ci sarà – scriveva Petruzzelli nello stesso post. Solo con il concorso, e quindi con l’assunzione stabile di un certo numero di operatori, potremo garantire migliori servizi, estendere il porta a porta, rendere la città più pulita».
R.Res.
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