Bari, continua la protesta dei lavoratori della Bosch contro gli esuberi

Bari, continua la protesta dei lavoratori della Bosch contro gli esuberi
di Beppe STALLONE
3 Minuti di Lettura
Sabato 19 Marzo 2022, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 08:49

Seconda giornata di sciopero ieri per i 1700 dipendenti della Bosch di Bari (la prima fu il 25 febbraio scorso). Questa volta lavoratori e sindacati hanno voluto lanciare un segnale ben preciso all'azienda tedesca in vista dell'incontro al Ministero dello sviluppo economico previsto per martedì 22 marzo. Allo sciopero di otto ore per turno, con presidio davanti ai cancelli, ha aderito il 100% dei lavoratori. «Siamo in attesa di capire cosa succederà il 22 afferma Ciro D'Alessio, segretario generale Fiom Cgil Bari - ma queste due giornate di sciopero ci raccontano che i lavoratori sono consapevoli di quello che sta avvenendo, e le rivendicazioni sono condivise totalmente».

Gli esuberi

Il punto fondamentale è rappresentato sempre dai 700 esuberi prospettati dall'azienda, ma collegato a questo c'è una questione di metodo. «Siamo in una fase molto delicata e ne siamo ben consapevoli - riprende D'Alessio - siamo in una fase di trasformazione della società, direi del concetto stesso di automobile.

Il problema reale è che Bosch ha avuto un approccio sbagliatissimo. Una cosa è dire: questo è il piano industriale, discutiamone, altro è dire ci sono 700 persone che sono ormai finite e dobbiamo capire come salvare le altre 1000. Noi chiediamo di aprire un confronto vero, conoscere quale sia il piano industriale, quali sono le criticità e quindi come affrontarle».

Apertura da parte dei sindacati a discutere di tutto ma non prima che l'azienda presenti in sede ministeriale un piano industriale. «Non dobbiamo essere ipocriti afferma Donato Pascazio, segretario generale Fim Cisl Bari - gli esuberi ci potrebbero anche essere, ma a fronte di un piano industriale che sia utile e credibile. Per esempio la Magneti per gli esuberi ha previsto dei contratti di espansione, anche se per la Bosch sarebbe poco applicabile dato che l'età media dei lavoratori è di 50 anni, quindi molto lontani dall'età pensionabile». I sindacati, al di là dell'approccio di Bosch che finora ha portato alle 2 giornate di sciopero, ritengono fondamentale che l'azienda martedì prossimo metta le carte sul tavolo ed esponga chiaramente i suoi progetti sullo stabilimento barese.

«Noi chiediamo che Bosch porti un piano che deve essere basato sulla salvaguardia del sito di Bari riprende il segretario generale della Fiom Cgil Bari D'Alessio - poi affrontiamo le criticità. Vogliamo sapere quali investimenti ha intenzione di fare, cosa comporta questo in termini occupazionali e se c'è un problema lo affronteremo insieme». «Quanto al prodotto riprende Donato Pascazio - noi vogliamo che alla fine arrivi qualche componentistica di nuova generazione anche qui a Bari. Per ora è un po' meno del 20% la forza lavoro che è sull'elettrico mentre l'80% lavora sul motore endotermico».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA