Preghiera nel nome di San Nicola per invocare la fine della guerra: accanto al vescovo ci sarà il cardinale Zuppi

Preghiera nel nome di San Nicola per invocare la fine della guerra: accanto al vescovo ci sarà il cardinale Zuppi
di Elga MONTANI
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Domenica 18 Dicembre 2022, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:02

Natale non è solo luci sfavillanti e shopping, ma prima di tutto è una festività religiosa, che vedrà in città svolgersi, qualche giorno prima della Vigilia di Natale, un incontro di preghiera a cui parteciperà il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei. Con lui ci saranno altri vescovi, provenienti da diverse realtà ecclesiali, insieme a rappresentanti di chiese orientali. 
Tutti insieme parteciperanno ad una veglia di preghiera sulla tomba di San Nicola, alla basilica, nella quale verrà invocato con forza il dono della pace. «Ci affideremo tutti insieme – sottolinea monsignor Giuseppe Satriano in una nota - all’intercessione di San Nicola, uniti ai cristiani di Russia e Ucraina». L’appuntamento è per mercoledì alle 17.30, con i saluti istituzionali, dopo di che alle 18.30 ci sarà il momento di preghiera. 

Il pellegrinaggio


In attesa dell’evento di mercoledì, questa sera, dalle 19 alle 20, ci sarà un pellegrinaggio, a cui parteciperanno i giovani e le varie realtà associative della diocesi, e a cui possono partecipare tutti. Si partirà dalla Cattedrale di San Sabino per arrivare alla Basilica di San Nicola. Anche in questa occasione ci sarà una veglia di preghiera per la pace, al termine della quale tutti si recheranno nella cripta per compiere un gesto simbolico e significativo. 
«Non possiamo lasciare che la globalizzazione dell’indifferenza rischi di abituarci alla guerra – dichiara l’arcivescovo Satriano -, terreno fertile per logiche speculative che antepongono interessi politici ed economici alla vita delle persone. Produzioni di armi, conflitti interminabili, genocidi, distruzione dell’ambiente e dell’ecosistema, chiedono a tutti noi di abbandonare ogni forma di reticenza per impegnarci a divenire costruttori di pace». 


Sul tema, aggiunge: «Invito ridare dignità e voce a quella storia umana ferita e oltraggiata, che cerca la pace come spazio generativo di vita, d’incontro tra le differenze, di abbraccio tra i popoli. Bari, che Papa Francesco ha definito “capitale dell’unità della Chiesa”, non può tacere di fronte a una guerra che divide le Chiese. Bari non è semplicemente una location, uno slogan, né una città qualunque. Bari siamo noi. Non possiamo più aspettare, dobbiamo importare la pace nei nostri vissuti. A noi l’impegno di riappropriarci di quelle radici sante in cui San Nicola attestò la sua esistenza di uomo, amante della pace e amante dell’umanità». 
Padre Giovanni Distante, priore della Basilica, sottolinea come questi appuntamenti debbano essere «vissuti nello “spirito di Bari”.

Chi giunge pellegrino a Bari, sospinto dalla carità evangelica testimoniata dal vescovo di Mira Nicola, santo dell’Oriente e dell’Occidente, è animato dallo “spirito di Bari”, che promuove l’unità dei cristiani come elemento costitutivo della fraternità universale».

«Essere animati dallo “spirito di Bari” diventa un impegno nell’elevare forte “il grido della pace”, perché si diffonda con sempre nuova forza – aggiunge -. Mai come in questi tempi difficili, Bari è chiamata a confermare la sua vocazione di ponte di pace fra Oriente ed Occidente cristiani. Ritrovarci oggi e mercoledì sulla tomba del santo taumaturgo Nicola e pregare per la pace ci farà sentire uniti ai nostri fratelli nella fede di Ucraina e Russia, entrambi grandi devoti del Santo, senza però dimenticare quei Paesi, e sono tanti nel mondo, dove sono in corso conflitti che generano morte e distruzione». «A quanti soffrono e sono vittime delle conseguenze disumane che può provocare la guerra – conclude padre Distante -, possa giungere la nostra solidale vicinanza nella preghiera. Vorremmo fare tanto e di più, ma non tutto ci è concesso». 
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