Bari, troppo poco verde in città: in un anno appena 0,6 metri quadrati in più. E' corsa al piano di forestazione

Il parco dell'ex Caserma Rossani
Il parco dell'ex Caserma Rossani
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Mercoledì 10 Novembre 2021, 05:01

Dagli 8,6 metri quadrati per abitanti si è giunti al 9,2. Qualche lieve miglioramento ma sono davvero troppo pochi i metri quadri di verde per ogni abitante di Bari. Tanto che nel rapporto di Legambiente Ecosistema urbano 2021, il capoluogo pugliese alla voce verde urbano della macroarea Ambiente si posiziona al 96esimo posto fra le 105 province italiane. Qualcosa sta cambiando però se lo stesso rapporto nazionale cita 2 buoni esempi, «il recupero degli spazi urbani messo in campo dal Comune di Bari che nelle aree, degradate ed in completo abbandono, del vecchio Gasometro e della ex caserma Rossani sta realizzando un parco e nuovi spazi urbani per i cittadini con verde, orti, piste ciclabili, skate park, un anfiteatro, aree ristoro e percorsi natura».

Le aree verdi


Andiamo per ordine. I polmoni verdi di Bari fino a qualche anno fa erano limitati alla pineta di San Francesco, Parco 2 Giugno e quello sorto sulle macerie dei palazzi demoliti sul lungomare Sud e cioè Parco Perotti. Poi altre aree verdi più piccole si sono aggiunte, come il Parco Tridente nell’omonima via o il Parco di Via Suglia a Japigia o ancora il Parco Papa Giovanni Paolo II al quartiere San Paolo, chiuso da oltre 1 anno per lavori di riqualificazione. A questo proposito il consigliere comunale Michele Picaro (FdI) ha annunciato un’interrogazione al Sindaco per conoscere una data “credibile” per la riapertura. 
Ma se Bari non è una città verde, potrebbe diventarlo da qui a poco e superare quella misera soglia di 9,6 metri quadrati di verde per abitante. Infatti è da qualche anno che si sta progettando e realizzando qualcosa di 
davvero importante se è lo stesso rapporto di Legambiente a riconoscerlo. Il parco dell’ex Caserma Rossani è quasi pronto per essere aperto al pubblico. Come riferisce Andrea Armenise, un cittadino residente nella zona che ha seguito tutte le vicende della trasformazione della Rossani «dalle ultime notizie il Parco sarà inaugurato a dicembre. Tutti gli interventi integrativi sono stati eseguiti compresa la messa a dimora del prato sulle zone dove non era previsto. Ora c’è tutto, illuminazione, sistema di irrigazione, oltre alla bellissima pista di skate. Il parco è pronto». Per vedere l’apertura al pubblico del parco Maria Maugeri (ex Gasometro) si dovrà ancora attendere un bel po’. «I lavori sono cominciati come da programma – dichiara Filippo Notarnicola della Consulta comunale sull’Ambiente – dopo la prima bonifica si sta lavorando sulla bonifica profonda del sottosuolo, ma questa potrà coesistere con l’apertura del parco.

Il punto è che pur avendo a disposizione 20mila metri quadrati, un quarto è stato adibito a parcheggio, una spianata di asfalto. Per non parlare dell’area dell’ex dopolavoro Enel che avrebbe potuto essere inglobata nel parco e invece è stata venduta per costruire 2 palazzi da 7 piani che limitano l’accesso al parco da via Napoli. Insomma un parco che nasce soffocato dai palazzi». Il parco prevede la piantumazione di 80 nuovi alberi, un’area giochi e una sportiva, percorsi pedonali e ciclabili, zone con attrezzature per il fitness una zona di sgambamento cani, area ristoro attrezzata, una fontana a raso e l’anfiteatro. 

L'altro parco


Poi c’è il parco della Rinascita (ex Fibronit) siamo al 30% della fase di progettazione, ovviamente nessuna gara e nessuna realizzazione. Persistono problemi tecnici, economici e burocratici. A giorni, ci riferisce Nicola Brescia del Comitato Fibronit dovrebbe tenersi una videoconferenza pubblica. 
Poi ci sono i parchi sulla carta. A cominciare dal Parco del Castello che nell’idea progettuale dell’architetto Arturo Cucciolla dovrebbe ricucire l’area del Castello e quindi il borgo antico al porto. Quest’estate il sindaco Decaro ha detto che sarà finanziato. Finora a parte la riqualificazione dei giardini Isabella d’Aragona, completata, è previsto un secondo accesso al fossato e la realizzazione di un sentiero. Per le opere più grandi quale l’interramento di parte del lungomare dall’altezza dell’ingresso del porto dinanzi alla sede dell’Autorità Portuale fino ai giardini Isabella d’Aragona o la deviazione della strada litoranea urbana in direzione porto, siamo ancora a livello di ipotesi progettuali. Spesa prevista 4 milioni di euro. Il Comitato parco del Castello, come ribadisce Michele Fanelli, è intenzionato a portare avanti questo progetto le cui ricadute positive sulla vita dei residenti oltre a quelle turistiche sono innegabili. 
Sempre sulla carta, per ora, ma con finanziamenti già approvati ci sono il parco Costa Sud e il Nodo Verde di Fuksas. Per il primo 75 milioni di euro che serviranno per riqualificare uno dei tratti più degradati della costa a Sud di Bari, 500mila metri quadrati da Pane e Pomodoro sino a San Giorgio da destinare ad area per la mobilità leggera, lo sport, il tempo libero, la ristorazione. E infine il Nodo verde nel centro di Bari con la piastra che coprirà in elevazione il fascio di binari della stazione centrale, collegando Corso Italia con via Capruzzi, ed estendendosi per circa 700 metri. 100 milioni di euro a disposizione per realizzare tutto, come previsto dal PNRR entro il 2026. E chissà se per quella data Bari sarà diventata davvero green anche nelle rilevazioni di Legambiente. 

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