Pnrr, ci sono fondi e progetti, ma manca il personale. A Bari uffici in emergenza

Pnrr, ci sono fondi e progetti, ma manca il personale. A Bari uffici in emergenza
di Beppe STALLONE
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Martedì 12 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 10:47

Il Pnrr non è soltanto una grande opportunità per ripartire, per dotare anche il nostro territorio di infrastrutture e servizi necessari, il Piano è anche una sfida per l’intera macchina amministrativa e burocratica, sul piano dei tempi e su quello della qualità. Perché per non perdere la pioggia di milioni che ha già interessato la regione Puglia è necessario avere una macchina efficiente, che metta a punto i progetti già previsti e finanziati dal Pnrr ma anche i prossimi, che potranno utilizzare quelle risorse per essere realizzati. I protagonisti per la governance del Piano sono i Comuni e le Aree metropolitane. 

Emergenza risorse umane


Per il Comune di Bari ci sono già 3 progetti approvati e finanziati, quello da 100 milioni di euro del Nodo Verde e due da 15 milioni di euro ciascuno per i quartieri di Enziteto (San Pio) e Santa Rita. Ma se queste sono le prime risorse da spendere in tempi brevi, ci sono anche le risorse umane nel Comune di Bari in grado di guidare i processi? «La direzione generale del Comune sta vagliando la possibilità di creare un settore ad hoc con personale interno»,  riferisce l’assessore Vito Lacoppola che fra le sue deleghe ha anche quella al Personale. Il Comune di Bari può contare su circa 1500 dipendenti. Quindi si sta pensando a una task force dedicata al Pnrr.

«Sì penso sia una soluzione a cui stanno già lavorando i grandi Comuni». Evidentemente Bari, diversamente da Lecce e dalla Bat, ha personale a sufficienza e in grado di gestire i grossi flussi finanziari derivanti dal Pnrr. «Ultimamente abbiamo recuperato il travaso dovuto ai pensionamenti con quota 100 – sottolinea l’assessore Lacoppola - stiamo recuperando sui profili di amministrativo e di tecnico. E’ in itinere la procedura concorsuale che pensiamo di chiudere per fine novembre e quindi di assumere i nuovi istruttori amministrativi (profilo C). Negli ultimi 3 anni sono andati in pensione più di 500 unità. Non siamo messi male però. Con le nuove assunzioni, fatte grazie allo scorrimento delle graduatorie più numerose, di amministrativi e tecnici (livello D, funzionari, ndr) e assistenti sociali. In tal modo siamo riusciti quanto meno a dotare i nostri uffici di quei funzionari che necessitavano. Ora l’emergenza sta sui soldati, abbiamo i colonnelli ma non molti soldati, ma è un’emergenza che sta per terminare perché, come dicevo, siamo agli orali del concorso di istruttore amministrativo.

Per quanto riguarda il Pnrr penso servano soprattutto funzionari tecnici e amministrativi più che istruttori, perché occorre procedere con i 3 livelli di progettazione (preliminare, definitivo e esecutivo, ndr) più le procedure di gara».

L’Assessore esclude che al momento si possa pensare a forme di assunzioni straordinarie a tempo determinato o a incarichi di consulenza. Il Comune di Bari quindi si organizza con le forze che ha già a disposizione al suo interno. 


Molto diversa e per certi aspetti preoccupante la situazione nella Bat. Stando a quanto dichiarato dal segretario generale della Cgil Bat, Biagio D’Alberto e dalla segretaria generale Ileana Remini Funzione Pubblica. «C’è un rischio concreto che i Comuni non siano in grado di costruire progetti per partecipare ai bandi che i singoli ministeri stanno già avviando e che stanno per essere pubblicati. Considerando che i primi 25 miliardi devono essere impegnati entro il 2021. È corsa contro il tempo, dunque, ma anche contro la mancanza di risorse umane. La condizione degli organici dei Comuni del Sud, nella gran parte dei casi, è poco attrezzata a governare i cospicui flussi finanziari che stanno arrivando. E la Bat, purtroppo non fa eccezione. Anche perché alcuni Comuni vivono condizioni di crisi finanziaria che impediscono le assunzioni di nuovo personale e acuiscono assenze importanti proprio negli uffici strategici di governo. Servirebbe, invece, un esercito di tecnici per attrezzare gli uffici a predisporre progetti che consentano alle pubbliche amministrazioni di partecipare alle gare ed alla gestione degli appalti. In giro non si percepisce questa consapevolezza. Lodevole è l’iniziativa del ministro Giovannini nell’attivazione del progetto formativo denominato ‘Pnrr Academy’ per formare i tecnici che nelle stazioni appaltanti dovranno applicare le nuove procedure previste dal Piano. Il problema è che qui sono proprio i tecnici che mancano. Poca cosa anche la disponibilità dei 200 tecnici che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, mette a disposizione per un’opera di consulenza e monitoraggio rispetto all’adesione ai bandi. Il problema dei Comuni del Mezzogiorno, e della Bat, è preoccupante. I tempi sono limitatissimi e a nostro avviso impongono una soluzione straordinaria: se si vuole che anche i Comuni di questo territorio possano beneficiare delle opportunità finanziare che l’Europa ci mette a disposizione. Altrimenti ci vedremmo passare davanti un treno che difficilmente tornerà. Un’occasione che davvero non possiamo permetterci di perdere», concludono D’Alberto e Remini.
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