Il futuro della ex Centrale del Latte è stato, finalmente, definito: nasce un piccolo ospedale. Dopo anni di abbandono o quasi, e di tanta incertezza, nonostante il passaggio della struttura dal Comune di Bari alla Asl, ora arriva la notizia che l'immobile ospiterà una Casa di comunità. Sarà quindi una delle cinque Case di comunità previste dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). «Stiamo ridisegnando il piano assistenziale della città di Bari - spiega il direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce - con una organizzazione innovativa ed efficiente che tiene conto della domanda che proviene direttamente dai cittadini. L'ex Centrale del Latte è la sede ideale per ospitare una delle cinque Case di comunità inserite nel Pnrr e destinate a erogare servizi di prossimità».
L'adeguamento della struttura
Il finanziamento necessario ad eseguire i lavori che permetteranno alla struttura di adeguarsi alle nuove funzionalità ammonta a circa dieci milioni di euro, tra fondi derivanti dal Pnrr e fondi Fesr. All'interno della nuova Casa di comunità ospitata nella ex Centrale del Latte saranno presenti i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, tutti i giorni, dalle 8 alle 20, con il completamento della copertura notturna da parte della continuità assistenziale. Sarà quindi garantita la presenza di un medico h24 all'interno della struttura a disposizione degli utenti. Nel poliambulatorio previsto saranno disponibili: centro prelievi; ambulatorio infermieristico; ambulatori specialistici (cardiologia, pneumologia, geriatria, neurologia, ortopedia, dermatologia, diabetologia, endocrinologia, medicina interna, urologia e otorinolaringoiatria); diagnostica per immagini. Il resto degli ambienti sarà destinato a stanze, spogliatoi e servizi per operatori e personale, oltre a spazi di distribuzione e attesa, segreterie, stanze di riposo e servizi igienici. Il progetto di fattibilità aggiornato prevede che la struttura andrà a svilupparsi su una ampia superficie in parte destinata ad ospitare gli uffici amministrativi del distretto di Bari e in parte riservata alla assistenza sanitaria territoriale.
«In linea con le indicazioni ministeriali, stiamo immaginando un luogo fisico di prossimità dice Rosella Squicciarini, la neodirettrice del distretto unico di Bari facilmente individuabile per la comunità che ha così modo di entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale». «L'investimento conclude Squicciarini - ha l'obiettivo di offrire assistenza sanitaria di prossimità ai residenti, assicurando il servizio soprattutto alla popolazione più anziana e fragile, riducendo così il numero delle ospedalizzazioni anche non urgenti». Sembra quindi la volta buona per il recupero funzionale di questa struttura storica della città di Bari, risalente al 1938. Negli ultimi anni, solo una parte della struttura veniva utilizzata dalle associazioni Ser Bari e Aistom Bari, ma gran parte dell'immobile si trovava in cattive condizioni. La palazzina centrale era inagibile. Diverse le ipotesi avanzate negli ultimi anni, da quella di farla diventare un polo culturale, o quella avanzata un paio di anni fa dal Movimento 5 Stelle di renderla una struttura da destinare a servizi sociali per anziani. Ora arriva la possibilità data dal Pnrr, e la speranza è che sia la volta buona.
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