Un terremoto ieri si è abbattuto su un’opera Pnrr e avrà fatto tremare i polsi di quanti davano già per scontata la realizzazione dell’infrastruttura di dimensioni imponenti come il Nodo ferroviario di Bari, tratta Bari Centrale - Bari Torre a Mare, così come progettato e finanziato in buona parte con i fondi europei, in totale 204 milioni. E si tratta di polsi importanti come quelli di Rete Ferroviaria Italiana, Regione Puglia, ministero della Cultura, presidenza del Consiglio dei Ministri, ministero delle Infrastrutture, Soprintendenza Archeologica Belle arti, Città Metropolitana per citarne alcuni. Un’opera che, una volta realizzata, trasformerà tutta la parte sud della città fino a Torre a Mare, che libererà dai binari interi quartieri come Japigia e Madonnella, ma che forse impatterà pesantemente su aree di indubbio valore paesaggistico, ambientale, storico e archeologico come Lama San Giorgio.
La decisione del Tar
Ebbene il Tar di Puglia che ha tenuto l’udienza di merito il 16 novembre scorso, ieri ha reso nota la sentenza con cui in pratica si dice stop al progetto di Rfi del Nodo ferroviario.
È chiaro ora ci saranno ricorsi e via dicendo, ma intanto il Tar di Puglia, unico in Italia, ha detto no ad un’opera finanziata con i fondi del Pnrr. Ma i giudici non hanno certo agito per impeto ambientalista, hanno soltanto annullato l’autorizzazione paesaggistica della Regione Puglia resa sul progetto del Rfi. E l’autorizzazione paesaggistica è la madre di tutto ciò che è scaturito dopo. I giudici amministrativi, presidente Orazio Ciliberti, sanciscono l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia della deliberazione della Giunta Regionale 15 febbraio 2022, n. 130 denominata Infrastruttura strategica ai sensi della legge 443/2001. Nodo di Bari: Bari Sud (tratta Bari Centrale - Bari Torre a Mare). Questa autorizzazione ha poi consentito a Rfi di realizzare il progetto denominato “Variante 3SF”.
Chiesti nuovi progetti
I ricorrenti chiedono una nuova istruttoria di quel progetto. Rete ferroviaria italiana in un primo momento aveva presentato altre varianti, come la 2SF, meno impattanti rispetto a quella.
Bisogna procedere con progetti nuovi e non tirati fuori dai cassetti polverosi. Per la prima volta in Italia il Tar blocca il Pnrr. Il controllo penetrante della giustizia amministrativa arriva anche di fronte a giganti come Rfi Italferr. Il comune di Noicattaro tutela il suo ambiente». «Ci ho sempre creduto – commenta a caldo Maria Teresa Fatone, uno dei proprietari - è vero c’è l’interesse del proprietario ma i miei genitori hanno sempre custodito quel luogo come luogo di natura aperto a tutti. Ci auguriamo anche che a qualcuno di Rfi venga in mente di valutare un’alternativa e realizzarla per il bene di tutti e della città di Bari, che deve essere liberata dai binari. L’alternativa più economica e pratica può essere realizzata».
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