Ci sono anche un carabiniere e un pasticcere tra gli imputati che per anni avrebbero ricevuto denaro e regali per pilotare, ritardare o rivelare particolari di indagini sul clan mafioso Di Cosola, fornendo in alcune occasioni copia di verbali dei collaboratori di giustizia. La Procura di Bari ha chiesto quattro condanne a pene comprese tra i 14 e i 6 anni di reclusione nei confronti di altrettanti imputati, tra i quali un carabiniere che all'epoca dei fatti contestati era in servizio a Giovinazzo.
L'indagine della Procura
Secondo l'indagine dei colleghi militari dell'Arma, coordinata dai pm della Dda di Bari Federico Perrone Capano e Domenico Minardi, i due carabinieri Antonio Salerno e Domenico La Forgia, per anni avrebbero ricevuto denaro, 400mila euro in totale, e regali per pilotare, ritardare o rivelare particolari di indagini sul clan mafioso Di Cosola, fornendo in alcune occasioni copia di verbali dei collaboratori di giustizia.
Gli imputati rispondono, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio con l'aggravante mafiosa. I fatti contestati risalgono agli anni 2012-2018. L'inchiesta nel giugno 2020 portò all'arresto dei due carabinieri, del pasticciere Gerardo Giotti e di un pregiudicato affiliato al clan, Mario Del Vecchio, tutti tuttora detenuti, i primi tre agli arresti domiciliari mentre Del Vecchio in carcere.
Il processo si celebra con il rito abbreviato dinanzi alla gup del Tribunale di Bari Antonella Cafagna. Si tornerà in aula per le arringhe il 19 ottobre e il 12 novembre. L'altro carabiniere coinvolto è a processo separatamente dinanzi al Tribunale ordinario.