Tangenti nella carne: processo "immediato" per l'ex capo della Protezione civile

Mario Lerario
Mario Lerario
di Roberta GRASSI
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Venerdì 29 Aprile 2022, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:37

Processo  "immediato" per l'ex capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, imputato di corruzione nell'ambito della gestione degli appalti Covid. Il gip di Bari ha accolto la richiesta della procura e ha fissato la prima udienza il 16 giugno. Lerario si trova agli arresti domiciliari dal marzo scorso, dopo che il Tribunale del Riesame aveva accolto l'istanza della difesa per la sostituzione della misura, considerato che non ricopre più alcun incarico dirigenziale. A dicembre era stato condotto in carcere. 

Le tangenti

Si parla della porzione di inchiesta che riguarda le due presunte tangenti incassate in contanti dal dirigente, che gli costarono l'arresto in flagranza alla vigilia di Natale. La richiesta porta la firma del procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi e dell'aggiunto Alessio Coccioli. L'ha accolta il giudice Anna Perrelli. A processo anche i due imprenditori che gli avrebbero versato il denaro.  Sono accusati di aver versato tangenti da 10mila e 20mila euro: si tratta Luca Ciro Giovanni Leccese, Foggia, e Donato Mottola, titolare della società Dmeco Engineering Noci. Quest’ultimo avrebbe nascosto il denaro in un pezzo manzo pregiato, per poi rivelare inconsapevolmente tutto in una telefonata alla moglie, intercettata.

Le indagini sugli appalti

Le indagini erano già in corso e si sono poi ampliate. Hanno coinvolto altri imprenditori e sono state scandite da perquisizioni e acquisizioni di carte, per lo più appalti concessi nel periodo in cui al vertice della protezione civile c'era Lerario. Dall'ospedale Covid ad altro genere di opere realizzate per fronteggiare l'avanzata del virus in Puglia Le accuse a vario titolo contestate nei vari filoni sono corruzione, turbativa d’asta e falso. C'è anche il filone che riguarda la presunta consapevolezza da parte di Lerario della presenza di microspie nel suo ufficio, indagine che coinvolge anche un giornalista. 

La richiesta di immediato 

Dal momento della notifica del decreto che dispone il giudizio immediato, la difesa di Lerario (sostenuta dall'avvocato Michele Laforgia) ha 20 giorni di tempo per decidere se chiedere di poter accedere a riti alternativi. 

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