Bari, ipoteca sul Petruzzelli. Gli eredi Messeni Nemagna: «Il debito è sovvertibile. In Corte d’Appello può cambiare tutto»

Bari, ipoteca sul Petruzzelli. Gli eredi Messeni Nemagna: «Il debito è sovvertibile. In Corte d’Appello può cambiare tutto»
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Febbraio 2022, 08:09

Non poteva non suscitare reazioni l'audizione del direttore generale del Comune di Bari Davide Pellegrino in commissione trasparenza sulla questione Petruzzelli. La risposta degli eredi Messeni Nemagna non si è fatta attendere.

Canone, ipoteca e gestione: tutti i nodi della vicenda


Cominciamo dal Protocollo di novembre del 2002. L'avvocato Pellegrino ha sostenuto che nella versione definitiva, quella del 21 novembre 2002, cui fa riferimento la sentenza della Corte d'appello di Bari del 18 novembre scorso, non si menziona la cifra di 1 milione e 275mila euro quale canone annuo da versare agli eredi per 40 anni, ma si parla soltanto di spese per la ricostruzione, che si sarebbero accollate le parti pubbliche e di un canone da 500mila euro da versare agli eredi.

In realtà «quella cifra - replica Francesco Garibaldi, figlio di Vittoria Messeni Nemagna - è scritta nel verbale redatto una settimana prima, quello del 13 novembre. In quella riunione si fissarono i contenuti del protocollo con il valore del canone. Nella discussione si pose un problema: se inseriamo nel protocollo 1milione 275mila, gli eredi dovranno pagare le tasse su quella cifra mentre di fatto ne percepiranno 500mila, alla fine, ci fu detto, pagherete più tasse di quanto dovrete prendere. Sarebbe stata una cosa iniqua. Per questo fu inserito direttamente 500mila, cifra netta decurtata della quota relativa alla ricostruzione, che sarebbe avvenuta ad opera delle parti pubbliche. Nel protocollo del 21 novembre 2002 vennero riversati tutti i contenuti del verbale del 13 novembre, eccetto quello relativo alla quota piena del canone, cioè 1 milione e 275mila euro».

È da qui che bisogna ripartire secondo gli eredi Petruzzelli e non certo dal contratto sottoscritto da Ferdinando Pinto per il periodo 1990-93 e quindi dai 100mila euro di cui parla il Comune. Quel contratto sottolinea Francesco Garibaldi non può essere preso a riferimento «per almeno 3 motivi oggettivi: stiamo parlando di un contratto che prevedeva una serie di adeguamenti a norma ad opera del gestore e quindi il canone era più basso. Secondo: Pinto non aveva in gestione il marchio, né l'azienda Petruzzelli, ed è un altro valore non incluso in quel canone. Terzo punto: se il protocollo di intesa del 2002 è inefficace, il contratto di Pinto è stato dichiarato nullo da un giudice per impossibilità sopravvenuta. Il protocollo del 2002 è più recente, più valido perché riguarda l'intero teatro e la gestione del marchio, infine è stato stabilito dalle parti pubbliche».

L'ipoteca dello Stato


Sull'ipoteca iscritta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sul Teatro Petruzzelli, annunciata in audizione da Pellegrino, «quand'anche fosse legittima si legge nel comunicato diffuso dai legali Ascanio Amenduni e Ciro Garibaldi - rappresenta solo un'acquisizione di garanzia del pagamento di un debito ancora sovvertibile a opera della Corte di Cassazione.

Ciò rafforza la volontà degli eredi Petruzzelli non solo di difendere i lori diritti reali e contrattuali, ma anche di perseguire legalmente le eventuali responsabilità pubbliche, omissive e commissive, di quell'inaspettato debito. A esempio per lo sperpero di danaro pubblico compiuto durante la gestione commissariale e per la declaratoria di inefficacia del Protocollo d'Intesa del 21 novembre 2002. Quest'ultima risulterebbe causata, secondo la recente sentenza della Corte d'Appello di Bari, dalla dimenticanza di un'approvazione formale da parte della ex Provincia di Bari, autrice di uno stanziamento di oltre 5 milioni di euro per adempiere al protocollo d'intesa, come si legge nella delibera del Consiglio Comunale 18/2006».

Eredi e Comune


È evidente che le parti sono lontanissime e queste sono solo scaramucce in preparazione della guerra. Entrambe infatti stanno preparando i ricorsi in Cassazione. I Messeni Nemagna contro il pagamento allo Stato dei 50 milioni di euro circa e contro la dichiarazione di inefficacia del protocollo del 2002. Il Comune contro la parte della sentenza che attribuisce la proprietà del teatro ai Messeni Nemagna. E i legali degli eredi prospettano i due esiti e le conseguenze, che potrebbe avere il ricorso del Comune. «Se in Cassazione dovesse andar bene al Comune, ciò da un lato farebbe venir meno l'ipoteca iscritta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e, dall'altro lato, obbligherebbe il Comune a corrispondere un congruo indennizzo alla Famiglia Messeni Nemagna. Se, invece, la Cassazione confermerà la proprietà del Teatro in capo alla famiglia Messeni Nemagna e l'inefficacia del Protocollo d'Intesa, la Fondazione, oltre a dover pagare un indennizzo d'uso commisurato all'ingente valore del Teatro, inteso pure come azienda e marchio, dovrà rilasciare il Teatro medesimo: siamo certi che questo esito tutelerebbe l'interesse pubblico della collettività barese?». Come dire, il Comune si prepari, nel caso, a pagare un sacco di soldi agli eredi, Fondazione fuori dal teatro e vendita del Petruzzelli al migliore offerente.
B. Sta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA

© RIPRODUZIONE RISERVATA