Bari, inchiesta su Triggiano: ipotesi voto di scambio anche in altri Comuni

Bari, inchiesta su Triggiano: ipotesi voto di scambio anche in altri Comuni
di Nicola MICCIONE
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Sabato 11 Dicembre 2021, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 11:32

Tredici indagati per corruzione elettorale dopo le ultime elezioni amministrative di Triggiano - che hanno portato alla vittoria del sindaco uscente Antonio Donatelli - in un'inchiesta della Procura della Repubblica di Bari che ipotizza «l'esistenza di una associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale» e che vede al centro Sandro Cataldo, 51 anni, il marito di Anita Maurodinoia, assessora regionale ai Trasporti ed alla Mobilità Sostenibile (non indagata).

«Sandrino», creatore del movimento Sud al Centro e ritenuto dagli investigatori il «deus ex machina del collaudato sistema per comprare voti realizzato in occasione delle ultime elezioni», in base al quale - è l'ipotesi investigativa - agli elettori sarebbero stati promessi 50 euro per ogni voto, è accusato non solo del reato di corruzione elettorale, ma anche di quello ben più grave di associazione per delinquere (un'accusa, quest'ultima, contestata a partire sin dal 2019 a «Bari e in altri luoghi», nda), di cui avrebbe rivestito il ruolo, sempre secondo gli inquirenti, di «capo, organizzatore e promotore» è scritto agli atti dell'inchiesta.

Potrebbe estendersi ad altre elezioni amministrative di Comuni del Barese l'indagine. All'esito delle perquisizioni nelle case e negli uffici di Cataldo sono stati sequestrati due telefoni, un foglio manoscritto con i nomi dei candidati eletti alle ultime elezioni amministrative del Comune di Triggiano, con accanto ad ogni nome le indicazioni relative agli incarichi assegnati, e anche liste degli elettori di tre sezioni di Noicattaro, altra città dove si è votato nell'ottobre scorso.

Le parole di Maurodinoia

«Spero e credo che alla base di questa indagine ci sia soltanto un malinteso e mi turberebbe pensare a una strumentalizzazione da parte di chi possa aver instillato dubbi su comportamenti altrui», ha commentato ieri mattina Maurodinoia. L'assessora ci ha tenuto a ricordare che «il provvedimento non interessa me, anche perché io non mi occupo più della formazione politica di Sud al Centro, avendo diverso tempo fa aderito ad una formazione politica di diversa estrazione», il Partito Democratico. «Ho fiducia nell'attività investigativa dei magistrati - ha concluso - che faranno sicuramente chiarezza sulla questione legata alla elezione del sindaco del Comune di Triggiano».

Le perquisizioni

Giovedì i Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione di Polizia Giudiziaria di Bari, su disposizione del procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dei pubblici ministeri Claudio Pinto e Savina Toscani che coordinano le indagini, hanno effettuato 13 perquisizioni in un'inchiesta che vede coinvolto non solo il primo cittadino, ma anche due consiglieri comunali eletti con la lista civica Triggiano al Centro, Angela Napoletano (moglie del cugino omonimo di Cataldo) e Antonio Fortunato. A casa di Cataldo e nel suo ufficio, ma anche presso le abitazioni e gli studi professionali degli altri 12 indagati, i militari dell'Arma hanno cercato gli «elenchi di nominativi anche informatici, corredati da copie di carte d'identità e certificati elettorali con formule e segni identificativi di qualsiasi tipo, necessari per riscontrare l'avvenuto esercizio del voto in favore di persone predeterminate e indicate all'elettore in cambio di utilità», sequestrando documenti, computer e cellulari.

Elenchi e liste di nomi che, però, secondo Donatelli non ci sono: «Non esistono - ha sentenziato -. Io non le ho mai avute, non le hanno trovate e non le potranno mai trovare perché non esistono, per quanto mi riguarda. Sono sereno, nonostante abbia subìto una perquisizione». L'indagine, sostenuta da intercettazioni telefoniche, mira a ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Le evidenze investigative, al momento, sono state confermate da un indizio, rinvenuto in un cassonetto stradale dei rifiuti, in un piazzale buio e isolato nel quartiere San Giorgio di Bari, che i presunti gregari di Cataldo non riuscirono a far sparire. A narrare (a loro insaputa) agli investigatori il luogo in cui fu abbandonato quel materiale, ritenuto «scomodo» perché legato all'ultima campagna elettorale del 3 e 4 ottobre scorsi, sarebbero stati i «fidati collaboratori» di Cataldo, che si sarebbero disfatti di frammenti di fotocopie relative a documenti d'identità e codici fiscali di cittadini triggianesi, elenchi di nomi di persone e i loro recapiti, e la corrispondenza personale di Cataldo e sua moglie. Ma i Carabinieri, che avevano ascoltato le loro conversazioni, si recarono sul posto e riuscirono a recuperarli.

Nel bidone furono trovati anche un consistente numero di cartelloni, fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale dei candidati nelle liste Triggiano al Centro e Con Donatelli Sindaco. Proprio il gruppo Con Emiliano in consiglio regionale ha precisato che «la lista presente alle scorse elezioni amministrative Con Donatelli del Comune di Triggiano è stata formata su iniziativa del sindaco Donatelli, alla stregua di una lista civica. L'iniziale autorizzazione all'uso del simbolo - è scritto nella nota - era stata in seguito revocata, a causa del mancato accordo con il Partito Democratico».
 

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