Ogni sera, da un mese, nella centralissima via Piccinni, a Bari, c’è qualcuno che butta i propri sacchetti dell’immondizia accanto a un portone, sul marciapiede. Un gesto già deprecabile in assoluto, che assume contorni ancor più fastidiosi per i residenti della zona alla luce del fatto che dall’altra parte della strada, a pochi metri dal punto incriminato, sono posizionati i cassonetti in cui i rifiuti dovrebbero essere conferiti. Ora è scattata anche la denuncia penale e il sospetto è che si tratti del fenomeno della “migrazione” dei rifiuti da un rione all’altro o addirittura da altri paesi.
Le zone più colpite dal fenomeno
L’abbandono dei rifiuti non è però un problema che riguarda solo alcune zone della città.
Danni all'immagine della città
Questo fenomeno, che vede protagonisti alcuni cittadini baresi, arreca danni non soltanto all’ambiente, ma anche all’immagine della città, interessata in questi giorni da una massiccia presenza di turisti.
Per questi e per tanti altri motivi, l’attenzione dell’amministrazione e delle forze dell’ordine sul tema è molto alta. «La battaglia dell’amministrazione comunale contro l’abbandono dei rifiuti per strada - spiega l’assessore all’Ambiente del Comune di Bari Pietro Petruzzelli - vede protagonisti gli agenti della polizia locale, che sono sempre impegnati nel contestare i comportamenti illeciti dei cittadini. Sono numerosissime le sanzioni elevate dalla municipale nei primi mesi del 2022, in tema di rifiuti».
A interessare il capoluogo è però anche un’altra situazione molto particolare. «Bari - racconta Petruzzelli - vive il fenomeno della migrazione dei rifiuti. I residenti dei comuni dell’hinterland che lavorano qui, non portano in città solo il loro talento, ma anche i loro sacchetti di immondizia. Si tratta di buste peraltro non riempite secondo una corretta raccolta differenziata, perché altrimenti questi soggetti non avrebbero motivo di non conferirli all’interno dei propri comuni di residenza. Ad essere smaltiti nei cassonetti della nostra città sono dunque rifiuti non riciclabili».
Anche con lo scopo di arginare questo problema, il Comune ha introdotto negli scorsi anni la raccolta porta a porta partendo dai quartieri periferici della città. «Abbiamo iniziato - afferma l’assessore - dai quartieri di Santo Spirito, Palese, Catino e San Pio, poi siamo passati a Fesca, San Girolamo, San Cataldo e al Villaggio Trieste, poi ancora a un pezzo del San Paolo, a Stanic e al Villaggio del Lavoratore. Entro la fine del 2022 o, al massimo, l’inizio del 2023, copriremo l’intero quartiere San Paolo e passeremo a Carbonara, Ceglie e Loseto”.
La migrazione dei rifiuti non è però un fenomeno che colpisce la città solo dai comuni limitrofi. Negli ultimi tempi, proprio dalle zone in cui è stata introdotta la raccolta porta a porta, alcuni residenti hanno iniziato a portare i propri sacchetti nei quartieri centrali, per gettarli nei cassonetti. Le strade più colpite, in questo senso, sono quelle più esterne del quartiere Libertà, su tutte via Napoli. «Abbiamo individuato - conclude Petruzzelli - una sanzione specifica per i cittadini baresi che conferiscono i propri rifiuti in quartieri diversi da quelli cui risiedono, con lo scopo di ovviare al sistema del porta a porta. In alcuni casi abbiamo anche scelto di eliminare la presenza di alcuni cassonetti nelle strade più distanti dal tessuto urbano, per evitare che fossero presi d’assalto».