Gare e colpe mediche: danno per 2 milioni al Policlinico. Medici e dirigenti condannati per malasanità e affidamenti “opachi”

Gare e colpe mediche: danno per 2 milioni al Policlinico. Medici e dirigenti condannati per malasanità e affidamenti “opachi”
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Giovedì 2 Marzo 2023, 09:37

Gare e colpe medichedanno per 2 milioni al Policlinico. Medici e dirigenti condannati per malasanità e affidamenti “opachi”. Quasi due milioni di euro. È la cifra alla quale ammonta, secondo la Corte dei Conti pugliese, il danno causato al Policlinico di Bari dalla condotta dei vertici (all’epoca dei fatti) e funzionari dell’Azienda ospedaliero universitaria consorziale a causa della “mancata applicazione al contratto di affidamento del servizio di ristorazione del decreto 95/2012, dalla duplicazione dell’affidamento del servizio di rilevazione della customer satisfaction e della distribuzione dei pasti all’Ati affidataria (servizi già previsti nell’originario affidamento) e dall’accettazione di offerte in aumento sull’importo complessivo stimato e indicato in sede di gara”. A registrare il caso è la relazione del procuratore regionale, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, presentata ieri in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023. 

La Corte dei Conti



«Significativa - spiega lo stesso documento -, è la citazione nei confronti del direttore area Gestione patrimonio dell’Azienda sanitaria locale di Bari nonché Rup, e del dirigente dell’Uo Appalti e contratti della stessa Asl (all’epoca dei fatti)» che «con condotta gravemente colpevole, istruendo e formulando la proposta di delibera di aggiudicazione a una ditta della fornitura di un disinfettante» hanno causato un «indebito maggior esborso per il bilancio», pari a oltre 285mila euro. Un altro giudizio ha riguardato l’allora responsabile della struttura burocratica legale, nonché direttore amministrativo, e il direttore generale del Policlinico di Bari che hanno «proposto e adottato l’atto amministrativo» con il quale è stata liquidata «la retribuzione individuale di anzianità a favore di un dirigente a tempo determinato, in palese violazione della specifica normativa». 
Nel corso del 2022 la magistratura contabile si è soffermata anche su due gravi casi di malasanità, perseguendo i responsabili per i danni causati alla pubblica amministrazione, che si sommano agli illeciti penali contestati dai giudici.

Con la sentenza 238 del 2022 la Procura contabile ha chiesto la condanna dell’allora responsabile dell’Uo Radioterapia dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II del capoluogo pugliese, chiamato così al risarcimento di 25mila euro per un caso avvenuto nel 2013.


«Una paziente, affetta da neoplasia mammaria e sottoposta a un intervento di mastectomia totale destra, aveva effettuato in seguito otto cicli di chemioterapia e ulteriori cicli di radioterapia» nella struttura sanitaria barese, si legge ancora nella relazione. «È stato però appurato che i cicli chemioradioterapici furono effettuati sulla parte sinistra del torace (quella sana) e non sulla parte destra». 
La Procura contabile ha anche chiesto e ottenuto, previo parere favorevole del pubblico ministero competente, la definizione del giudizio previo pagamento, verificato in udienza, 12.500 euro, pari al 50 per cento dell’importo di condanna chiesto in citazione. Il secondo caso riguarda una paziente di 12 anni ricoverata nel Policlinico di Bari »per un intervento chirurgico di riduzione di una frattura del femore». La ragazzina «non si è più risvegliata dall’anestesia». 
La Corte dei Conti, con sentenza-ordinanza 637 del 2022 ha chiesto quindi «la condanna (ai sensi della legge Gelli Bianco) di due anestesisti per un importo equivalente a un’annualità di retribuzione lorda percepita, pari per il primo a 86.035,38 euro e per il secondo a 106.026,60 euro». 
Il primo «per avere trascurato il valore elevato del Cpk e somministrato, per l’anestesia generale propedeutica all’intervento ortopedico, un farmaco controindicato per la patologia sofferta dalla paziente». Il secondo, all’epoca dei fatti primario e direttore del reparto, «chiamato in soccorso e intervenuto, a operazione chirurgica quasi conclusa, per aver erroneamente diagnosticato una tromboembolia polmonare e ritardato di altre tre ore la somministrazione del farmaco salvavita, anche a causa della mancanza in struttura di tale medicinale».
D.Uva
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