Bari, Federmeccanica: è crescita ma manca il personale

Bari, Federmeccanica: è crescita ma manca il personale
di Elga MONTANI
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Venerdì 4 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:11

L’industria metalmeccanica di Bari e Bat, nonostante la crisi dell’automotive, sta andando bene, al punto che si è quasi tornati ai livelli del 2019, cosa avvenuta a livello nazionale. Sul territorio la crescita è stata minore rispetto a quanto avvenuto a livello nazionale, ma bisogna considerare che nel periodo pandemico il calo era stato inferiore. È quanto emerge da una indagine di Federmeccanica. Sono 36 su 100 le aziende di Bari e Bat che hanno registrato un aumento della produzione locale rispetto al trimestre precedente.

Il report


Lievemente più fiacca la produzione per l’estero, rispetto a quella nazionale: solo 27 aziende su 100 hanno incrementato la produzione estera, contro il 34% delle aziende italiane. Le scorte di materie prime e prodotti in magazzino sono stabili e non si registrano al momento carenze legate all’aumento dei prezzi e a difficoltà di reperimento, anche se da questo punto di vista resta importante il monitoraggio viste anche le ultime evoluzioni a livello internazionale. Il problema davvero grave che hanno le aziende del settore sulla zona è la difficoltà a trovare profili corrispondenti alle loro necessità. Si sta lavorando da questo punto di vista in collaborazione con il Politecnico di Bari, per far sì che vengano creati corsi di laurea più specifici, che possano formare i giovani, dando loro quelle competenze di cui le aziende del territorio hanno bisogno.


Ad esempio, si sta modificando il corso di laurea in Informatica e tecnologia dell’internet, e la stessa Federmeccanica ha portato diversi imprenditori a collaborare con il Politecnico per curvare i piani di studio alle loro esigenze.

Molto più difficile mettere in campo azioni simili con le scuole, le quali devono rispondere a programmi ministeriali fissi, e non possono costruire i piani didattici in base a quello che chiedono il territorio.

«Il mercato non sta registrando problemi legati alle recenti notizie a livello internazionale – commenta il presidente della Sezione Meccanica, Elettrica, ed Elettronica di Confindustria Bari Bat, Cesare De Palma –, il mercato continua ad andare, le aziende non riescono a stare dietro ai bisogni di produzione e non riescono a trovare personale per far fronte alle commesse. L’automotive è in crisi, ma di questa crisi ce ne stiamo occupando».

«Le grosse difficoltà ora non sono dovute alla guerra, ma alla mancanza di competenze – sottolinea De Palma -. Manca il personale in grado di dare la velocità necessaria alle consegne incamerate. Il mismatch, ovvero la differenza tra le competenze che vengono fuori dal sistema formativo e quelli che sono i fabbisogni delle aziende, è un problema soprattutto italiano. Come Confindustria Bari ci stiamo lavorando da diversi anni, ma non è facile correggere questo problema». «Uno dei problemi principali che porta al mismatch è che i ragazzi non vengono indirizzati in base alle loro attitudini, ma in funzione delle aspettative dei genitori – aggiunge il presidente -. È stata soppressa la formazione tecnica, che fortunatamente è stata sostituita dagli Its, ma i numeri di questi istituti sono ancora troppo bassi per soddisfare i bisogni delle imprese».

L'Automotive

Oltre al problema della formazione, come sottolineato, il settore metalmeccanico sta affrontando in questo periodo la questione dell’automotive, dove l’esempio della Bosch sul territorio, con i suoi 700 esuberi annunciati, è sicuramente emblematico.
Confindustria ha avviato in merito un tavolo tecnico coinvolgendo i diversi attori del territorio: «Stiamo affrontando questo problema in maniera pragmatica – spiega De Palma – e lo stiamo affrontando soprattutto tutti insieme dallo stesso lato. Sarà fondamentale coinvolgere le multinazionali. L’automotive in Puglia è nato grazie alla consistenza del patrimonio tecnologico del nostro sistema della ricerca. Dobbiamo rimettere a disposizione delle aziende brevetti, prodotti, capacità tecnologiche, capacità ingegneristiche che sono contenute all’interno del nostro sistema della ricerca, ma lo dobbiamo fare discutendo con le multinazionali le loro direttrici di innovazione». «Dobbiamo intrecciare le nostre competenze con i loro bisogni – conclude De Palma – e lavorare sull’ipotesi di riconversione degli stabilimenti. Inoltre, dobbiamo ricordarci che fondamentale è la formazione. La formazione continua del personale è strategica per far sì che il personale sia in linea con le strategie dell’azienda».
 

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