Bari, il futuro della Fiera: eventi e spazi. Da Emiliano la proposta di ospitare profughi ucraini per cure e vaccinazioni

Bari, il futuro della Fiera: eventi e spazi. Da Emiliano la proposta di ospitare profughi ucraini per cure e vaccinazioni
di Elga MONTANI
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Giovedì 10 Marzo 2022, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:21

Il futuro dell'ospedale Covid in Fiera del Levante non è ancora stato scritto. Sono molte le incognite che gravitano intorno alla sua permanenza, alla sua dismissione, o alla sua riconversione. Come sono tanti gli attori in campo che sono coinvolti nella decisione su cosa ne sarà di questa struttura per le maxi-emergenze. «Abbiamo delle idee spiega il neoassessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, ma al momento è in atto un confronto tra i diversi attori in campo. Sull'ospedale Covid non decide solo la Regione Puglia, in mezzo ci sono anche l'Ente Fiera del Levante, il Comune di Bari, la Città Metropolitana, la Nuova Fiera del Levante che ha al suo interno Bologna Fiere. Preferiamo non esplicitare nessun tipo di orientamento, perché dobbiamo trovare una soluzione che sia concordata con tutti».


Al momento il primo problema è di natura urbanistica, ed è stato espresso anche dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, qualche tempo fa.

Durante l'inaugurazione della fiera del restauro, a settembre, il primo cittadino aveva detto che: «Al termine della pandemia e del periodo di emergenza urbanisticamente non può stare lì». La costruzione della struttura è stata possibile, infatti, in deroga, in base a quanto previsto dal decreto-legge 18 del 2020, ed è legata strettamente all'emergenza pandemica. «Non sappiamo se tale deroga per le strutture realizzare rimane permanente oppure no aggiunge Palese -, oltre ad esserci motivi tecnici che non ci consentono di fare alcun tipo di anticipazioni. Se non ci fosse una prosecuzione della deroga, non ci sarebbe da discutere di nulla. Finisce l'emergenza, e finisce l'esperienza dell'ospedale in Fiera. Comunque, noi non stiamo fermi ad aspettare, stiamo lavorando, cercando di capire come potremo muoverci».


La Nuova Fiera del Levante, per tramite del suo presidente Sandro Ambrosi, in una intervista pubblicata ieri sulle nostre pagine, ha ribadito la sua posizione per la quale la presenza dell'ospedale crea problemi all'organizzazione degli eventi avendo sottratto un 25% degli spazi espositivi. Ma questi spazi occupati dall'ospedale Covid sono stati fondamentali durante l'emergenza, non solo per curare i pazienti contagiati da Coronavirus, ma anche per assistere tutti i pazienti che, nello stesso periodo, si sono ammalati di altre malattie, che comunque possono richiedere il ricovero in terapia intensiva o sub-intensiva. «Quei posti letto sono un patrimonio pubblico di salvaguardia di vite umane ci tiene a sottolineare l'assessore -. I posti letto di rianimazione, che in quella struttura sono stati costruiti e messi in funzione, sono serviti a curare tante persone e risolvere i problemi di tanti pazienti. Per non parlare del fatto che sono serviti anche per consentire di affrontare tutte le altre malattie che, nel frattempo, non sono di certo andate in vacanza. La struttura ha permesso al Policlinico, a Bari e alla Puglia, di continuare l'attività ordinaria di urgenza delle altre malattie». Lo scenario, quindi, varia dalla permanenza della struttura, con gli eventuali accorgimenti necessari dal punto di vista organizzativo, allo smantellamento senza però alcun tipo di spreco, in quanto le infrastrutture potranno essere riutilizzare in altri luoghi e in altro modo. La prossima data da tenere sott'occhio è al momento il prossimo 31 marzo, quando dovrebbe terminare lo stato di emergenza in Italia. «Dobbiamo ricordarci che non siamo fuori dall'emergenza Covid conclude Palese -. Di questo virus conosciamo tante cose, abbiamo fatto passi in avanti grazie ai vaccini, ma la scienza conosce ancora troppo poco del comportamento di questo virus. Non sappiamo quali siano i fattori che possono determinare una nuova mutazione e mettere di nuovo tutto in discussione. Il virus continua ad essere presente in mezzo a noi. Dobbiamo attrezzarci, a partire probabilmente dalla quarta dose, partendo dai più fragili».
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