Viaggio nella Bari di notte: tra stazione e piazza Moro, nella terra di nessuno. «Droga, risse e disagio»/Prima puntata

Viaggio nella Bari di notte: tra stazione e piazza Moro, nella terra di nessuno. «Droga, risse e disagio»/Prima puntata
di Benedetta DE FALCO
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Venerdì 5 Agosto 2022, 05:00

Bari di notte cambia geografie e i disagi sociali diventano visibili. Dalle 20.30 la stazione centrale, quella linea che divide il centro dall’estramurale, perde i suoi confini di contenimento: stranieri accampati sui marciapiedi in attesa di un camioncino che serve ogni cibo ed assistenza ai poveri. 

«Noi ci muoviamo tra piazza Balenzano, la stazione, e piazza Garibaldi, dalle 9 fino alle 2 di notte perché tutte le mense ad agosto sono chiuse: utilizziamo un camper per servire e il food truck per portare noi da mangiare. Alcuni senza fissa dimora non vogliono spostarsi da dove sono: temono che qualcuno gli rubi il posto dove dormire», racconta Giuseppe Romanazzi dell’ associazione Incontra. I minorenni più impettiti in gruppo sfilano con fare spavaldo per dimostrare la fine dell’adolescenza con schiamazzi e aggressività: vogliono sentirsi più forti agli occhi di chi li guarda. I turisti camminano a passo svelto per arrivare al b&b che li attende. Su corso Italia i cartoni dei barboni sono già posizionati ad angolo retto come se fossero testiera e rete di un materasso. 
Solo una pattuglia della polizia ferma ogni tanto delle macchine all’ingresso della stazione.

Tra i testimoni della fermata Bari centrale, nelle ora che vedono sfumare e confondere la sera con la notte, ci sono i controllori dell’Amtab, Lino e Fabio: «Noi lavoriamo fino alle 23: la notte diventa la terra di nessuno, nel senso che non c’è nessuno a controllare. Un sacco di stranieri si menano. La stazione centrale non è presidiata: noi siamo minacciati, chiamiamo i vigili urbani e dicono che sono sempre impegnati».

I controlli delle forze dell'ordine

In piazza Umberto, alle 21 ci sono due pattuglie della finanza dal lato che incrocia via Davanzati, dall’altro lato una pattuglia della polizia. Al centro della piazza si ferma il camioncino firmato Caps, unità stradale, con raffigurata una margherita a sfondo giallo. La cooperativa sociale si occupa di intervenire, presidiando il centro, situazioni di disagio, grave emarginazione e dipendenze e accoglie l’istanza di chi vive in condizioni di estrema povertà; sono moderatori tra le istanze degli utenti e il comune di Bari. Il presidio del furgoncino stempera l’area desertica e militarizzata che si respira nel giardino, prendendosi cura dei legittimi seppur fragili e vulnerabili abitanti notturni di piazza Umberto. Se nel murattiano la sicurezza è minata da fantasmi, nell’umbertino la sua movida compensa ogni vuoto, fino a registrare problemi di contenimento della folla: «Alcuni preferiscono un quartiere morto, e tranquillo come ai tempi del Covid: qui la gente si è innalzata ad un livello economico per cui si sono dimenticati della storia dei quartieri popolari, della condivisione. Dà fastidio l’idea di avere qualcosa che non si vuole condividere. Io posso dire che chi viene qui è sicuro perché si sente protetto, perchè c’è gente», spiega Nadia Leone proprietaria del Piccolo Bar aperto fino alle 4 di notte.

Piazza Incuria, una corte sempre aperta

Oltre la movida di corso Vittorio Emanuele e piazza mercantile, vicino la cattedrale c’è una corte sempre aperta, piazza Incuria, dove Gaetano Rossini, nato e cresciuto a Bari vecchia spiega alcune sfumature di queste notti d’agosto: «Qui si sta correndo un rischio. Prima la vita si faceva di notte, tra circoli che diventavano comizi, i bambini giocavano ovunque nella città. I turisti vengono qui perché ci sono ancora i barivecchiani ma il borgo sta cambiando faccia: si sta un po’ disanimando il quartiere. La vitalità estiva qui è uno strato di superficie mordi e fuggi. La mala movida è ovunque: all’apice del consenso, il borgo rischia di recitare una parte». Presenza e assenza nella notti d’agosto polarizzano sentimenti di sicurezza ed insicurezza nelle strade a scacchiera del centro dove gli emarginati popolano i deserti, gli abitanti si proteggono la loro sicurezza, non scendono per le scale a parlare con i vicini, in un quadro di tensioni irrisolte. A mezzanotte in stazione, anche le volanti sono andate vie. 

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