Grano, prezzi bassi e import dal Canada: la protesta di Coldiretti in porto

i sono radunati almeno un centinaio di manifestanti, secondo gli organizzatori, contadini con le bandiere gialle di Coldiretti e gli striscioni «Stop al grano canadese al glifosate»

I manifestanti di Coldiretti Puglia all'esterno del porto di Bari
I manifestanti di Coldiretti Puglia all'esterno del porto di Bari
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Mercoledì 7 Giugno 2023, 11:18 - Ultimo aggiornamento: 16:26

Il prezzo del grano duro italiano è sceso fino al 40%, per questo è in atto la protesta di Coldiretti Puglia davanti al porto di Bari, ma non solo. Infatti, secondo l'associazione di rappresentanza degli agricoltori questo crollo del prezzo sarebbe causato anche dal boom di importazioni dal Canada, in crescita rispetto allo scorso anno del 14%. Dai 33,8 milioni di chili del 2022 si è passati a 286,2 milioni di chili allo stato attuale, ha detto Coldiretti. 

La protesta

Si sono radunati almeno un centinaio di manifestanti, secondo gli organizzatori, contadini con le bandiere gialle di Coldiretti e gli striscioni «Stop al grano canadese al glifosate» e ancora «Grano crolla del 40% ma +14% prezzi pasta». Le proteste riguardano in particolare le procedure di coltivazione del grano duro in Canasa, Paese in cui è legale utilizzare il glifosate, un diserbante, in pre raccolta come disseccante.

Le parole del presidente di Coldiretti Puglia

«Non vogliamo chiedere l'eliminazione delle importazioni, che sarebbe utopia in un'economia globalizzata, ma reciprocità - ha detto Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - il nostro è il grano più sicuro in Europa, chiediamo quindi che tutto quello che viene importato in Italia risponda alle stesse caratteristiche».

Non si può prendere come unico valore la competitività del prezzo, ha sottolineato Muraglia, c'è di mezzo anche la questione della salute. «Sappiamo tutti che il grano canadese contiene molecole di glifosate che studi scientifici hanno correlato a danni per la salute». La Coldiretti Puglia ha lanciato un appello al Governo affinché ci sia una posizione nazionale per stabilire un prezzo minimo garantito «che tenga conto dei costi di produzione, ma anche controlli più attenti dei processi lungo la filiera, monitoraggi del prodotto e che le importazioni di grano duro dal Canada siano ridotte ai minimi termini»

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