L'intervista/Il prefetto Bellomo: «A Bari criminali sempre più piccoli. Bisogna aiutare le famiglie»

L'intervista/Il prefetto Bellomo: «A Bari criminali sempre più piccoli. Bisogna aiutare le famiglie»
di Beppe STALLONE
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Sabato 12 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:55

Minori che subiscono atti di violenza, minori che usano violenza. Vittime e aggressori. Bande di ragazzini che circondano i malcapitati per rubare loro qualche euro o il telefonino, o che vandalizzano strutture pubbliche come accaduto a Japigia alcuni giorni fa. Da qualche tempo, a Bari, assistiamo a una recrudescenza di questi fenomeni e ciò sta creando un clima di insicurezza fra i cittadini. Abbiamo chiesto al prefetto di Bari, Antonella Bellomo, che ha fra i suoi compiti istituzionali quello di coordinare le attività in materia di sicurezza e ordine pubblico, innanzitutto se ciò che sta accadendo a Bari la preoccupa particolarmente. 
«Come facciamo a dire che non ci preoccupano? Certo che preoccupa l’aumento dei casi, anche se sappiamo che negli anni passati si erano verificati episodi del genere in piazza del Ferrarese e in piazza Mercantile, nei luoghi della movida insomma. E non ultimo anche il caso dell’incendio del chiosco a Japigia. Il disagio attraversa un po’ tutte le fasce di età, ma il disagio giovanile ci deve far riflettere particolarmente e ci deve portare a interventi mirati. Bisogna trasformare le energie che hanno i ragazzi in energie positive». 
Quanto può aver influito la pandemia sulla recrudescenza del fenomeno?
«Ha influito negativamente in quanto ha costretto per lunghi periodi i ragazzi a restare chiusi in casa. Il che significa spesso da soli con l’unica compagnia rappresentata dal telefonino e dai social. Non hanno avuto la possibilità di frequentare le aule scolastiche per vari periodi e quindi scarsa socializzazione. Energie compresse che non si sono liberate con una partita a calcetto o comunque praticando attività sportive oppure frequentando oratori o associazioni. Energie che a volte si sono trasformate per alcuni in azioni negative». 
Signor Prefetto non crede che alcuni ragazzi tendano ad emulare una certa criminalità sbruffona, quella che si fa i selfie dopo le rapine?
«C’è il mondo dei social che i ragazzi frequentano assiduamente. Loro guardano anche determinati personaggi che semmai sono già molto seguiti». 
Per contrastare i fenomeni di bullismo e di vandalismo è sufficiente reprimere?
«La repressione avviene a fatto già compiuto. Il fatto illecito va represso anche per far capire che quel comportamento è sbagliato. Bisogna affinare gli strumenti della prevenzione. Penso al progetto Pronto intervento minori che vede coinvolte diverse istituzioni. Il punto è che fra le varie agenzie educative c’è sicuramente la famiglia e qui spesso vengono trasmessi modelli discutibili incentrati sul consumismo, sul successo ad ogni costo, sul guadagno facile. Bisogna avere il coraggio di proporre modelli diversi e farlo nelle forme e con i linguaggi che i ragazzi prediligono, attraverso lo sport o la musica per esempio. A Bari ci sono molte iniziative ma bisogna incrementarle. Si deve pensare anche a dare sostegno alle famiglie, dove si annidano povertà non solo economiche ma educative e culturali. È preoccupante il fatto che l’età dei minori che fanno parte di baby gang o che compiono atti di bullismo, si abbassa sempre di più, tanto che spesso non sono imputabili. E poi c’è l’utilizzo di sostanze stupefacenti, sempre più diffuso anche fra ragazzi molto giovani. Ricordo che qualche tempo venne sottoscritto un protocollo con la Asl per dare priorità di intervento sui minori consumatori di sostanze stupefacenti». 
Dopo i recenti episodi di bullismo e di aggressioni avvenute in particolare nella zona di Parco 2 giugno, un gruppo di genitori ha creato un gruppo Facebook, “BulliStop” e vuole organizzare una manifestazione per sensibilizzare la cittadinanza. Fra l’altro hanno espresso l’intenzione di parlare con lei, signor Prefetto. 
«Frequento molto poco i social, quindi non ho letto, chiaramente se formalizzeranno la proposta li ascolteremo. Comunque è un’apprezzabile iniziativa quella di sensibilizzare la popolazione su questi fenomeni. Il punto è che ora anche un adulto che dovesse assistere ad atti di bullismo prima di intervenire ci pensa, temendo di essere semmai poi denunciato da qualche genitore». 
Intanto i cittadini baresi chiedono maggior sicurezza.
«I cittadini chiedono sempre maggior sicurezza e non da oggi. I cittadini accettano e vogliono sistemi di videosorveglianza, maggiore presenza di pattuglie per le strade della città. Direi comunque che non c’è un clima di paura o peggio di terrore».
È un fenomeno che verrà sconfitto?
«Intanto è una situazione che riguarda diverse città in varie parti d’Italia. Ritengo che Bari abbia gli anticorpi per reagire a questi episodi, ma dobbiamo rafforzare le agenzie educative, associazioni culturali e sportive, oratori, scuola e poi soprattutto fornire sostegno alle famiglie».

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