Baby gang, nuova aggressione. «Mio figlio pestato, nessun aiuto. Basta con la paura, denunciate». Il racconto choc del padre della giovane vittima

Baby gang, nuova aggressione. «Mio figlio pestato, nessun aiuto. Basta con la paura, denunciate». Il racconto choc del padre della giovane vittima
di Elga MONTANI
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Sabato 1 Aprile 2023, 05:00

Con un post su Facebook ha voluto condividere quanto accaduto a suo figlio, picchiato senza ragione da un gruppo di ragazzi a Bari Vecchia. Fernando Rodio, avvocato barese, ha voluto spiegarci il perché di quel racconto, cosa è accaduto precisamente e cosa secondo lui si potrebbe fare per migliorare la situazione.
Per quale motivo ha deciso di scrivere quel post sui social?
«Io non sono molto social come persona, ma ho voluto in qualche modo “sfogarmi” dopo quanto accaduto. Il mio post è nato non tanto per raccontare quanto accaduto a mio figlio, comunque, piuttosto per sollevare un problema. Ho colto la brutta occasione di quanto accaduto per sensibilizzare, perché credo che si tratti di un fenomeno molto più diffuso di quanto non si creda. Anche per questo ho deciso di denunciare, non so se arriverò mai ad una condanna, ma credo sia importante, ed è quello che ho voluto far capire anche a mio figlio, che si denuncino certi episodi e sollevare il problema. Ne ho comunque parlato con lui prima di andare a fare formale denuncia. Comunque, ho avuto molte testimonianze, in seguito al mio post, in tanti mi hanno scritto in privato. C’è chi non ha denunciato perché per fortuna il figlio non è stato picchiato in modo pesante e ha preso magari solo uno schiaffo, o chi non se l’è sentita. Ma sono tante queste aggressioni, denunciare è fondamentale anche dal punto di vista statistico per far capire che un problema esiste».
Può raccontarci meglio cosa è accaduto a suo figlio?
«Mio figlio, che non ha ancora 16 anni, è rientrato a casa con un occhio nero e lividi sulla schiena. Ma l’aspetto fisico è quello che mi preoccupa meno, ora bisogna capire come reagirà psicologicamente a questo brutto episodio. È stato preso di mira senza alcun motivo, aveva con sé i soldi e il cellulare ma nessuno si è interessato a quelle cose. Tutto è iniziato con le provocazioni da parte di un altro ragazzino come lui, che gli ha sputato addosso. Nonostante lui e i suoi amici avessero deciso di andarsene, sono stati seguiti dallo stesso ragazzino. Mio figlio ha cercato di dirgli di lasciarlo stare, ma non è riuscito nemmeno a finire la frase che è stato aggredito alle spalle da altri due. Lo hanno colpito con un pugno sull’occhio, per poi buttarlo a terra e continuare a picchiarlo. Per fortuna, è intervenuta una coppia, che passava di lì, e il gruppetto se n’è andato, ma non scappando, in tutta tranquillità».
L’aggressione a suo figlio è avvenuta in pieno centro, non c’era nessuna pattuglia delle forze dell’ordine?
«Non credo ci fosse nessuno, anche perché mio figlio non mi ha detto nulla, non mi ha nemmeno chiamato. Ho saputo quanto accaduto quando è rientrato e l’ho visto con l’occhio nero. L’ho accompagnato in pronto soccorso, per fortuna a livello fisico i danni sono stati relativi».
L’aggressione a suo figlio non è la prima di questo tipo che avviene a Bari, nei mesi scorsi sono stati fatti diversi incontri in prefettura e aumentati i controlli in alcune zone. Cosa pensa che si possa fare di più contro questo fenomeno?
«Il mio punto di vista è quello di un semplice cittadino, ma forse un maggiore controllo del territorio sarebbe utile, anche se penso che andrebbe fatto in borghese. Ritengo che la pattuglia essendo visibile, basta aspettare che si sposti per poi comportarsi in un certo modo. Se invece le forze dell’ordine sono in borghese è più difficile rendersi conto della loro presenza, e possono intervenire più facilmente. Inoltre, sarebbe importante, magari nelle scuole, fare opere di sensibilizzazione, spiegare ai ragazzi come reagire in determinate situazioni, oltre a educare i giovani per evitare che certi episodi accadano».
Suo figlio ora come sta?
«Oggi (ieri, ndr) nonostante tutto è andato a scuola, e di questo sono felice.

Dobbiamo lavorare per far sì che questo episodio non lo condizioni. Spero che riprenda subito la sua attività ludico ricreativa, come è giusto che sia per un ragazzo della sua età».

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