Allarme spaccate, baby gang e criminalità a Bari. Intervista al prefetto Bellomo

Il prefetto di Bari Antonia Bellomo
Il prefetto di Bari Antonia Bellomo
di Elga MONTANI
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Venerdì 25 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:50

Diversi episodi criminali negli ultimi mesi hanno messo in allerta la città di Bari. I cittadini sono spaventati, e invocano maggiori controlli e maggiore sicurezza. Il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, fa il punto della situazione.
Prefetto, negli ultimi tempi a Bari sono accaduti diversi fatti di cronaca, dalle minacce ai ragazzi da parte di baby gang agli atti di vandalismo, dalle spaccate al furto a San Nicola fino alla sparatoria al San Paolo. Che sta succedendo?
«Sicuramente sono tutti episodi che incidono fortemente sulla sensazione di sicurezza che i cittadini provano. Tra gli episodi è significativo l’agguato avvenuto nella notte tra sabato e domenica e che ha colpito probabilmente un esponente della criminalità organizzata. Indubbiamente c’è una situazione di fibrillazione nella criminalità organizzata, che ha riflessi anche sulla criminalità comune. Dobbiamo comunque considerare che Bari è una città di media grandezza, ed episodi analoghi si stanno registrando in tutte le medie e grandi città. Noi non sottovalutiamo nulla e cerchiamo di prestare la massima attenzione, implementando i servizi e le risorse, nella consapevolezza che tutto è perfettibile. Non c’è una ricetta unica, le componenti che contribuiscono a rendere una città più sicura o, comunque, a dare ai cittadini un maggiore senso di sicurezza sono molteplici. Solo una parte compete all’attività di prevenzione svolta dalle forze di polizia».

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Dopo due anni di pandemia e diversi periodi di restrizioni, in cui i reati di diverso tipo sono diminuiti, sembra di assistere ad una recrudescenza della criminalità. In che modo il Covid ha inciso anche su questo aspetto?
«Nel periodo del lockdown severo c’è stato un azzeramento di episodi criminali.

L’attività predatoria era assente, data la mancanza della materia prima. Non dobbiamo dimenticare però che anche nel periodo del lockdown alcuni fenomeni criminali hanno inciso, parlo della diffusione, dell’uso e del consumo delle sostanze stupefacenti e di conseguenza delle attività di spaccio, che in quel periodo arrivavano anche attraverso pacchi spediti con i normali sistemi di spedizione. In quel periodo c’erano pochi reati, comunque, e ora con la ripresa delle diverse attività, i reati sono ripresi. Ma ciò che incide di più ora è la situazione di disagio sociale ed economico della popolazione. Questa situazione dà alla criminalità la possibilità di acquisire nuove leve pescando in coloro che avvertono maggiormente questo disagio».

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Discorso spaccate: un fenomeno preoccupante dato che si parla di circa 50 episodi. Cosa ci dice di questa situazione?

«Noi abbiamo circa 30 episodi registrati e denunciati. La mancata denuncia di eventuali atti di questo tipo non ci consente di dimensionare bene il fenomeno. Una mancata denuncia ai fini della statistica è un episodio che non esiste».

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Un uomo è stato arrestato e si parla anche di qualche fermo. La paura dei commercianti è ancora molta. Nei giorni scorsi Silp Cgil Polizia, in un comunicato, ha denunciato che i controlli non sono stati aumentati perché manca il personale, e parlano anche di “non ottimale organizzazione” dello stesso. Cosa risponde?
«Questa è una visione del sindacato che ovviamente avrà le sue motivazioni. La dimostrazione che i controlli sono stati fatti, sono gli arresti. Indubbiamente, i controlli non sono l’unico modo per prevenire questi episodi. Stiamo cercando di invitare i commercianti o chiunque voglia tutelare la propria proprietà a dotarsi di tutti gli strumenti più sofisticati di difesa passiva, in modo da disincentivare il ripetersi di certi episodi. Le forze di polizia fanno la loro parte e i risultati ottenuti dimostrano che si sta lavorando. Capisco che chi è colpito da un episodio del genere avverta l’accaduto come un fatto grave e come un segnale di insicurezza. Non dobbiamo sottovalutare il fenomeno, i controlli vengono fatti comunque in base alle disponibilità e alle possibilità, ma vengono fatti».

Per quanto riguarda il furto nella Basilica di San Nicola un uomo è stato fermato, ma l’episodio ha scosso molto la popolazione. Molti hanno esternato la preoccupazione e la paura, legata al fatto che chi compie atti criminali non ha più rispetto per nulla. 
«Questo è stato un episodio eclatante, anche a livello nazionale, data la violazione in un luogo santo. Il ladro sottraendo quei beni che la statua aveva con sé ha compiuto una violazione alla sacralità dell’immagine, a quelli che sono simboli a cui non solo i baresi, ma tutti i devoti di san Nicola sono legati. È una rottura di quel codice di comportamento che la criminalità aveva finora attuato. Molto probabilmente si tratta di una criminalità che ha poco da perdere, che cerca solo un profitto». 


Ha un messaggio per i cittadini di Bari?
«Posso dire loro di considerare che le forze di polizia non sottovalutano questa esigenza di maggiore sicurezza che la cittadinanza avverte. Verranno investite tutte le risorse possibili per dare risposte significative, che possano aumentare la sensazione di sicurezza e vivibilità di una città che si appresta, con la stagione estiva, ad essere meta turistica, e a vivere tutte le ore della giornata pienamente. L’impegno ci sarà».
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