Allarme sicurezza: avvocati, medici e giovani vittime di aggressioni. Il prefetto: «La società si interroghi»

Allarme sicurezza: avvocati, medici e giovani vittime di aggressioni. Il prefetto: «La società si interroghi»
di Elga MONTANI e Daniela UVA
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Giovedì 2 Febbraio 2023, 05:00

A Bari è allarme sicurezza: avvocati, medici e giovani vittime di aggressioni. Troppi casi. L’ultimo, lunedì mattina, ha coinvolto un avvocato di Casamassima. Cristiano Marinò è stato bloccato mentre cercava di lasciare il suo studio e, dopo una richiesta di soldi, è stato picchiato da due persone. Il caso non ha nulla a che vedere con l’escalation di violenza fra i ragazzini ma, ancora una volta, pone il problema della sicurezza in città e fra i professionisti. Solo il giorno prima, domenica sera, uno studente fuori sede di circa vent’anni era stato aggredito a calci in faccia da un branco di quattro giovani in via Re David. Una sigaretta negata, semplicemente perché la vittima non fuma, è bastata a scatenare un’aggressione cieca quanto futile. Il ragazzo ha riportato ferite molto lievi ed è stato medicato dal 118. Nella stessa giornata un altro caso simile era accaduto in largo Ciaia, a dimostrazione di quanto il fenomeno non sia isolato. 


Lo testimoniano anche le aggressioni avvenute negli ultimi mesi nel parco dell’ex caserma Rossani.

Nonostante i controlli siano stati incrementati, circa 15 giorni fa due diciassettenni erano stati presi di mira da un branco: dieci minorenni – fra loro anche alcune ragazze - li avevano accerchiati in pieno pomeriggio colpendoli con schiaffi e pugni. Un altro caso, nella stessa area verde, era avvenuto il 5 aprile. Quella volta l’aggressione aveva avuto una matrice razzista: un 24enne italiano di origine senegalese era stato prima minacciato e poi picchiato a causa del colore della sua pelle. In seguito al pestaggio ha perso la funzionalità di un occhio, mentre l’aggressore 19enne è finito agli arresti domiciliari. Due mesi dopo due giovani di Foggia erano stati presi di mira dal branco, ancora una volta nello stesso parco, perché omosessuali. Ma non sono solo i più giovani a fare le spese di questa situazione sempre più difficile. 


Anche i professionisti, specialmente medici e infermieri, negli ultimi tempi dicono di lavorare in trincea. Lo scorso novembre, uno degli ultimi episodi: una dottoressa della guardia medica di Japigia era stata minacciata e poi aggredita da un paziente che già in passato aveva evidenziato comportamenti simili. Mentre pochi giorni fa, a Bitonto, un medico di famiglia è stato malmenato da una persona che era semplicemente stanca di aspettare il suo turno. L’uomo ha ricevuto un calcio violentissimo e ha riportato la frattura di una mano. 


«Dobbiamo preoccuparci di questi episodi come società», commenta la prefetta Antonella Bellomo. «Se c’è una maggiore intolleranza nei rapporti interpersonali - prosegue nell’analisi - se c’è una violenza gratuita, la nostra società si deve fare delle domande. Stiamo attenti però a non enfatizzare: tutto è molto grave, è grave questa intolleranza, questa aggressività che c’è nella società, ma non facciamo di un caso un fenomeno. L’aggressione al ventenne a Bari è stata unita agli episodi avvenuti alla Rossani, ma stiamo parlando di cose diverse. Quando accadono in un parco certi episodi possiamo rafforzare la vigilanza del parco, ma se avvengono in tutta la provincia diventa difficile prevenire rafforzando i controlli. Possiamo - aggiunge - finalizzare i controlli su aree che presentano criticità, ma se parliamo di aggressività gratuita lo ripeto dobbiamo interrogarci come cittadini e come società civile. Anche l’episodio dell’avvocato è preoccupante e connotato da un disvalore che dobbiamo condannare, dobbiamo prendere posizione e decidere da che parte stare.. È chiaro che chi è vittima di questi episodi pensa che Bari non sia una città sicura, ma una esperienza personale negativa, da deplorare, non può fare statistica. I cittadini devono aiutarci, darci una mano ad isolare i violenti, e se assistono ad episodi di questo tipo devono chiamare il 112, così da permetterci di intervenire». 

Il questore


Intervistato dal Tg3 Puglia, il questore Giovanni Signer assicura che «da tempo siamo presenti nei luoghi della movida, nelle zone più frequentate e nei parchi». In città non siamo di fronte a un «allarme criminalità minorile, questo rispetto ad altri luoghi del meridione dove l’incidenza del fenomeno è visibile ogni giorno», prosegue. Quanto al fenomeno delle babygang, Signer evidenzia che il termine viene usato in modo inappropriato, «le babygang sono strutturate, sono formate da ragazzi uniti da un’identità e un’organizzazione. Trovo pericoloso parlare di babygang perché si dà un sigillo identitario al fenomeno». Signer sottolinea che «si ripete sempre che la scuola e le famiglie sono inadeguate, però purtroppo i ragazzi seguono i modelli che i social diffondono. È necessario che qualcuno faccia capire loro che utilizzare la violenza per affermarsi è un segno di debolezza».
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