Allarme lavoro: 3mila posti a rischio a Bari e 50mila disoccupati. I sindacati scendono in piazza

Allarme lavoro: 3mila posti a rischio a Bari e 50mila disoccupati. I sindacati scendono in piazza
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Sabato 5 Febbraio 2022, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 12:51

Nella sola area metropolitana di Bari al momento si contano 50mila disoccupati. Ma ci sono anche 3mila posti di lavoro a rischio in 39 vertenze già aperte. E tutto ciò nonostante la Puglia registri un aumento del pil del 6,4%. «Qualcosa non torna, se all'aumento della produttività corrisponde un calo dell'occupazione, un aumento dei contratti precari, della cassa integrazione e del lavoro nero». In sindacati scendono in piazza, fornendo i numeri delle crisi del lavoro, per chiedere «alle istituzioni di governare la transizione mettendo al centro l'occupazione».

Cgil, Cisl e Uil: protesta in piazza Prefettura

In piazza Prefettura a Bari ci sono le segreterie provinciali e regionali di Cgil, Cisl e Uil e rappresentanze dei lavoratori delle aziende che hanno annunciato esuberi e tagli, con striscioni e bandiere. «I numeri che ogni giorno sentiamo sono persone: Bosch 700, Magneti Marelli 500, Baritech 150 - dice Franco Busto, segretario generale Uil Puglia - , non possiamo ridurre il lavoro a numeri e i lavoratori a merce di scambio.

La politica deve intervenire in maniere pesante insieme ai sindacati». «Non abbiamo più voglia di subire i numeri drammatici sulla perdita dei posti di lavoro - ha detto Gigia Bucci, segretaria generale Cgil Bari - . Vogliamo lanciare un nuovo protagonismo su questo territorio e un patto sociale per il lavoro. Pensiamo che Bari abbia tutte le carte in regola per governare questo processo di transizione, cercando di fissare condizioni certe rispetto all'equità sociale e alla giusta distribuzione delle opportunità. Le transizioni invece oggi stano solo determinando esuberi, perdita di posti di lavoro». «Abbiamo bisogno di capire come verranno gestite le risorse del Pnrr - aggiunto Giuseppe Boccuzzi, segretario Cisl Bari - , affinché si incanalino verso investimenti duraturi, efficaci e strategici che possano dare più occupazione».

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