Bari, allarme alga tossica. L'Arpa: «Evitate i bagni»

Alga tossica
Alga tossica
di Samantha DELL'EDERA
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Martedì 9 Agosto 2022, 21:12 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:57

Per la seconda volta dall’inizio dell’estate scatta l’allarme “alga tossica” nel territorio di Bari. Per la precisione sul lungomare a San Giorgio, all’altezza dell’ex lido Il Trullo. L’Arpa ha infatti comunicato al Comune che nei campioni di acqua prelevati in data 2 agosto proprio a San Giorgio è stata rilevata una concentrazione elevata di alga tossica oltre i limiti indicati dalle specifiche “Nuove Linee guida del ministero della Salute”.

Bollino rosso 

Una concentrazione da “bollino rosso” che porta a consigliare di evitare i bagni e lo stazionamento sulla costa proprio per non incorrere negli effetti della tossina sprigionata da questa particolare alga. Anche se l’ex lido sul lungomare di San Giorgio è chiuso da anni e in stato di profondo degrado in realtà viene ancora frequentato da decine di bagnanti. Ed è per questo che l’amministrazione ha voluto ribadire i risultati dei prelievi dell’Arpa.
Stesso “allarme” era scattato nel bollettino delle ultime due settimane di luglio quando l’Arpa aveva rilevato una concentrazione da bollino rosso in tre località della Puglia: a Bari sempre in zona San Giorgio, e poi alla Forcatella e a Torre Canne in provincia di Brindisi.

L'alga tossica

L’alga tossica, scientificamente Ostreopsis Ovata, è stata probabilmente introdotta accidentalmente nel Mediterraneo per mezzo delle acque di zavorra delle navi.

Le prime segnalazioni lungo le coste pugliesi si registrate a partire dall’anno 2000/2001. Questo tipo di alga si sviluppa principalmente in estate: le alte temperature, la alta pressione atmosferica, il mare calmo, per un periodo superiore ai 15 giorni, sono tutte condizioni che ne facilitano la proliferazione. L’alga viene chiamata “tossica” perché contiene una tossina che causa danni alla fauna marina (stelle di mare, ricci, granchi, molluschi) in concomitanza di elevate concentrazioni nelle acque e sui fondali. Inoltre sono stati riscontrati casi di malessere transitorio nei bagnanti (riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti) soprattutto dopo le mareggiate. Il forte vento favorisce la formazione di una sorta di “aerosol marino” che aiuta a diffondere la tossina nell’aria.

I consigli dell'Arpa

L’Arpa invita quindi, in caso di certificata fioritura dell’Ostreopsis, ad evitare lo stazionamento lungo le coste rocciose durante le mareggiate; limitare il consumo a scopo alimentare di organismi quali, ad esempio, i ricci di mare. Infatti i ricci, a causa della loro eco-biologia (brucano sulle alghe) potrebbero potenzialmente accumulare la tossina.
L’agenzia per la protezione dell’ambiente ha attivo il monitoraggio sulla presenza di questa alga per tutta la stagione estiva, proprio allo scopo di verificare, in alcuni tratti costieri destinati alla balneazione, la presenza quali-quantitativa della citata microalga, potenzialmente tossica. Sono venti i siti che vengono monitorati e che sono rappresentativi della tipologia costiera interessata dalla presenza della specie.
A differenza degli altri anni, l’Arpa non aveva rilevato per questa estate grosse concentrazioni di alga tossica in Puglia: tutto rientrava al di sotto dei valori di allarme. Lieve “fioritura” era stata riscontrata ad esempio a Monopoli, Molfetta, a Santo Spirito a Bari, ed ancora a porto Badisco nel Leccese o a Pugnochiuso nel Foggiano. Ma tutto secondo concentrazioni che non arrecavano grossi danni né alle persone né alla fauna marina. Solo a fine luglio i valori hanno cominciato a risalire, in particolare nella provincia di Bari e nel Brindisino.

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