Bari, accusò carabinieri di truffa e corruzione: arrestato ex militare

Bari, accusò carabinieri di truffa e corruzione: arrestato ex militare
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Sabato 6 Novembre 2021, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:35

Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e calunnia. Con queste accuse è finito in manette Antonio Savino, presidente dell'Unac, l'Unione Nazionale Arma Carabinieri, associazione non riconducibile all'Arma dei Carabinieri. 

Minacce e calunnie agli uomoni dell'Arma durante una manifestazione

Avrebbe minacciato e calunniato diversi ufficiali dei carabinieri durante una manifestazione pubblica sotto il Palazzo di Giustizia di Bari, urlando accuse infondate di episodi di corruzione e truffa attribuiti a militari del territorio e poi pubblicando il video sul web.

I carabinieri del nucleo investigativo di Bari e della sezione di polizia giudiziaria hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Antonio Savino, presidente dell'Unac, l'Unione Nazionale Arma Carabinieri, «associazione autodefinitasi sindacato, ma non riconosciuta come tale dal Ministero della Difesa e non riconducibile, in alcun modo, all'Arma dei Carabinieri» precisano gli inquirenti.

A Savino sono contestati i reati di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e calunnia. Il 31 maggio scorso, durante una manifestazione dell'Unac organizzata sotto la sede degli uffici giudiziari di via Dioguardi e poi davanti al Comando Legione Carabinieri sul lungomare di Bari, Savino «ad alta voce e con l'ausilio di un megafono, aveva attribuito falsamente ad ufficiali dei carabinieri - spiega la Procura - responsabilità penali in ordine ai reati di corruzione, associazione per delinquere e truffa, citando l'esistenza di un cerchia di generali corrotti che avrebbe truffato lo Stato, attraverso l'indizione di una gara di appalto truccata, finalizzata all'assegnazione di veicoli dei Carabinieri, in cambio di tangenti».

Avrebbe anche diffamato alcuni magistrati.

La denuncia dei militari dopo le accuse e l'inchiesta della Procura

L'inchiesta nei suoi confronti di Savino è partita dopo la denuncia-querela presentata da diversi ufficiali dei carabinieri. L'ex carabiniere, indagato anche per diffamazione, «nutre sentimenti di acredine , - ha motivato il gip accogliendo la richiesta di arresto della Procura - in conseguenza di personali vicende giudiziarie, anche legate al proprio precedente status di carabiniere, decaduto a seguito della perdita del grado e alla sua cancellazione dal ruolo d'onore dei sottufficiali. Molte delle stesse accuse, tra l'altro, erano state rivolte da Savino nelle sue seriali denunce-querele presentate nei diversi uffici giudiziari che, risultate puntualmente prive di fondatezza, sono state in passato già archiviate».

Nei giorni scorsi nei confronti dell'arrestato è stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo nella sua abitazione e nella sede dell'Unac, nell'ambito del quale sono stati sequestrati tutti i personal computer e oscurati diversi post e video dal contenuto diffamatorio, nei confronti di ufficiali dei carabinieri ed esponenti della magistratura barese, pubblicati su profili social network a lui riconducibili. 

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