PopBari, riprende l'iter per convertire il decreto: risparmiatori mobilitati

PopBari, riprende l'iter per convertire il decreto: risparmiatori mobilitati
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 8 Gennaio 2020, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 10:52
Ripartono oggi in Commissione Finanze alla Camera le audizioni di sindacati (domani sarà la volta di Consob e Bankitalia mentre venerdì sarà ascoltato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri) per il salvataggio della Banca Popolare di Bari. Primo passo necessario? La conversione in legge - entro la metà di febbraio - del decreto con cui il governo ha stanziato 900 milioni di euro per arginare l'abisso di debiti dell'Istituto di credito pugliese. In vista dell'esame del provvedimento oggi saranno ascoltati i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e del Fondo interbancario di tutela dei depositi, che lo scorso 30 dicembre ha messo a disposizione della Popolare 310 milioni dei 700 complessivi previsti come tetto massimo di intervento, oltre ai rappresentanti di Mediocredito centrale scelto per affiancare il fondo nella ricapitalizzazione della banca. Domani, invece, toccherà ai rappresentanti di Consob e Bankitalia e venerdì al ministro dell'Economia Gualtieri.

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Quanto alle iniziative parallelamente messe in campo per la tutela degli azionisti, ieri pomeriggio dalla riunione informativa - indetta nella sede della Fiera del Levante di Bari dall'Associazione Siti (Sindacato italiano per la tutela dell'investimento e del risparmio) per promuovere le adesioni di soci e obbligazionisti della Banca ad azioni collettive come la costituzione di parte civile nei provvedimenti penali per il risarcimento del danno subito e la petizione per chiedere al governo l'accesso al Fir (Fondo Indennizzo Risparmiatori).

«Tale fondo , con una dotazione iniziale complessiva di circa 1,5 miliardi di euro hanno sottolineato i rappresentanti del Siti è stato istituito con la legge 145 del 2018 per consentire a tutti gli investitori nelle banche, a tale data risolte o liquidate (tra cui la Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca delle Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti) che abbiano sopportato e subito le cosiddette violazioni massive del Testo Unico della Finanza (Tuf), di ottenere, anche con una procedura, cosiddetta forfetaria, molto snella e rapida (attualmente, fino al prossimo 18 aprile 2020, in corso) un recupero fino a 100.000 euro con un minimo di almeno il 30% del danno subito dagli azionisti (95% per gli obbligazionisti ), ben prima dell'esito dei processi».

Lo strumento della petizione, secondo quanto hanno affermato i rappresentanti del Siti, ottiene, senza alcun onere, un duplice scopo: 1) portare alla luce la vastità della platea di danneggiati, e quindi la caratteristica di massivita del collocamento di strumenti finanziari avvenuto allo sportello, anche in Popolare di Bari; 2) aggiungere un breve commento alla petizione stessa per descrivere sinteticamente le modalità con cui tali vendite di strumenti finanziari allo sportello siano avvenute, consentendo di delineare e portare all'attenzione degli interessati, i vari profili di eventuale illiceità sistemica di tali comportamenti.

Anche il Codacons ha organizzato per sabato prossimo, 11 gennaio, alle 17 nell'hotel Rondò di Bari, un'assemblea pubblica per «chiamare a raccolta tutti i risparmiatori» della Pop Bari «interessati a tutelare i propri diritti e ottenere il rimborso dei risparmi andati in fumo». L'invito a «tutti gli azionisti e gli obbligazionisti che hanno subito in questi mesi dei danni patrimoniali e non» è ad «attivarsi subito per entrare nel procedimento penale quali persone offese e, in futuro, quali parti civili richiedenti il dovuto risarcimento, nei confronti di tutti quei soggetti che risulteranno responsabili di comportamenti illeciti nella gestione della banca».

Stando a quanto sostiene il Condacons per «avviare l'iter risarcitorio è necessario che tutti i danneggiati chiedano subito alla banca una serie di documenti necessari ai legali per analizzare la loro posizione individuale al fine di valutare quali vie perseguire per ottenere il risarcimento del danno subito». L'associazione evidenzia infatti che «l'intervento del Governo anche se utile non è certo risolutivo del rispetto al diritto risarcitorio in capo agli azionisti e/o obbligazionisti».
Intanto, ieri, il portavoce del Commissario alla Concorrenza Ue durante il briefing con la stampa in merito al dossier Popolare di Bari, ha fatto sapere che «il dialogo è continuato anche nel periodo natalizio», ma che «la situazione è la stessa e non ci sono novità».
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