Appalti e corruzione, arrestati un funzionario della Regione e un imprenditore

Appalti e corruzione, arrestati un funzionario della Regione e un imprenditore
4 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Febbraio 2023, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 08:50

Un funzionario della Regione Puglia e un imprenditore edile barese sono stati arrestati questa mattina dalla Guardia di finanza e posti ai domiciliari con l’accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, nonché falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, commesse a Bari nel 2021. 

Gli arrestati sono Antonio Illuzzi (imprenditore di 56 anni) e Antonio Mercurio (funzionario di 50 anni).

L'esecuzione dell'ordinanza costituisce l'epilogo delle indagini che nel 2021 portarono all'arresto dell'allora dirigente della Protezione civile regionale Mario Lerario (non raggiunto da misura cautelare) e di altri due imprenditori pugliesi per l'ipotesi di reato di corruzione per l'esercizio della funzione. Le indagini della Gdf avrebbero fatto emergere il presunto pagamento a Lerario di 35.000 euro da parte dell'imprenditore Illuzzi, risultato aggiudicatario di nove appalti dalla Sezione Provveditorato Economato, con atti a firma dell'ex dirigente e del funzionario della Regione Pugliae, negli anni 2019, 2020 e 2021, per un importo complessivo di oltre 2.283.000 euro.

 

Aggirate le norme di settore

In particolare, secondo l'impostazione accusatoria accolta dal gip, le indagini avrebbero disvelato che tali appalti sarebbero stati affidati contravvenendo alla normativa di settore mediante il loro frazionamento artificioso e senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici.

Inoltre, il raffronto tra le offerte oggetto dell'aggiudicazione degli appalti ai soggetti economici riconducibili all'imprenditore e le relative liquidazioni da parte della Regione Puglia (a fronte delle fatture emesse) avrebbe permesso di rilevare la presenza di pagamenti di somme superiori a quelle oggetto di aggiudicazione, per oltre 45.000 euro, senza che - negli atti amministrativi né, tantomeno in altra documentazione esibita o reperita - ci sia una giustificazione. Le attività investigative avrebbero fatto emergere anche l'ulteriore ipotesi di reato di falsità materiale in atti pubblici che sarebbe stata commessa, in concorso, dall'ex dirigente e dal funzionario della Regione Puglia, in quanto i due pubblici ufficiali, in un atto dirigenziale dell'agosto 2021 per 135.750 euro, che riguardava 'Interventi di riqualificazione impiantistica di parte dei locali tecnici presso la sede della Presidenza della Giunta regionale in Barì, avrebbero attestato fittiziamente che l'intera somma era relativa ai lavori indicati nel medesimo atto, pur riferendosi - per 103mila euro - a lavori eseguiti in precedenza dallo stesso imprenditore edile presso il Palazzo dell'Agricoltura di Bari.

Le intercettazioni

«Dottò chiss sò dieci! (ndr dottore questi sono dieci)». «Vinticinq l'alda volt e dec, chiss, pe la pitturazion do. (ndr venticinque l'altra volta e dieci , questi, per la pitturazione qua)». Sembra una confessione la frase che l'imprenditore Antonio Illuzzi, arrestato stamani per corruzione, riferisce all'allora dirigente della Regione Puglia, Antonio Mario Lerario, mentre si trova a bordo della Bmw X3 di quest'ultimo. I due parlanno - secondo l'accusa - di tangenti. È il 26 agosto del 2021 e l'auto è in uscita dalla sede della Regione Puglia in via Gentile, dove i due si sono incontrati dopo uno scambio di messaggi WhatsApp. Dall'intercettazione ambientale - annota il gip nelle 152 pagine del provvedimento cautelare - si desumerebbe che in quel momento «vi sia stata la consegna di una somma di denaro pari ad 10.000 euro» e che, «in un tempo precedente, sia stata corrisposta un'altra somma di denaro, pari ad 25.000 euro » per lavori svolti per conto della Regione Puglia. Tra una frase e l'altra Lerario, per paura di essere intercettato, raccomanda cautela all'imprenditore e abbassando improvvisamente il tono di voce gli raccomanda di non farsi scoprire "non ti si facenn sgama" (non ti fare scoprire). Secondo il giudice, il contenuto dell'intercettazione è «inequivocabile».

Il gip: nelle intercettazioni la confessione

«Sebbene - annota il gip - non emergano elementi oggettivi che dimostrino la spartizione» della mazzetta consegnata in auto dall'imprenditore Illuzzi a Lerario tra quest'ultimo e il funzionario della Regione Puglia arrestato oggi, Antonio Mercurio, «non possono nutrirsi dubbi» sulla «partecipazione del Mercurio alla condotta corruttiva». «È emerso in tutta evidenza - prosegue il giudice - come Mercurio svolga un ruolo attivo e consapevole nella predisposizione di tutte gli atti dirigenziali esaminati e, come si è già illustrato, si adoperi personalmente, in continua sinergia con lo stesso Illuzzi, per predisporre gli atti amministrativi in modo tale da non sforare la soglia dei 150.000 oltre la quale non sarebbe stato consentito l'affidamento diretto (dei lavori, ndr) ad Antonio Illuzzi». «La condotta del Mercurio non si presenta isolata ma ripetuta, pervicace e continuativa: la commissione reiterata e programmatica di atti contrari al proprio ufficio diretti ad agevolare un imprenditore privato» - è scritto negli atti - «non trova altra giustificazione se non nell'adesione (quanto meno sotto il profilo del concorso morale dello stesso) al pactum sceleris e al programma corruttivo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA