Antonio Decaro: «Bari è diventata una città attrattiva, il peggio è passato e sono fiero di come siamo rinati»

Antonio Decaro: «Bari è diventata una città attrattiva, il peggio è passato e sono fiero di come siamo rinati»
di Samantha DELL’EDERA
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Sabato 31 Dicembre 2022, 05:00

Un anno, il 2022, in cui la città di Bari non si è arresa, dopo l’emergenza sanitaria. E un 2023 che sarà caratterizzato dall’avvio di grandi cantieri e da interventi per migliorare il servizio di trasporto pubblico e di raccolta dei rifiuti. Il sindaco Antonio Decaro racconta la sua città e il suo impegno per i prossimi mesi.
 

Sindaco, un bilancio del 2022: di cosa va più fiero e di cosa meno di questo 2022?
«Il bilancio del 2022, il primo anno in cui abbiamo riassaporato davvero la libertà dopo il Covid, è per forza di cose positivo. Stiamo pian piano ripartendo in tutti i settori e questo è un bene per la città. Spero in questi anni di essere stato un buon fratello maggiore per la mia comunità e di averla guidata da questo periodo terribile. La rinascita della città di questi mesi è certamente la cosa di cui vado più fiero da sindaco: i baresi non si sono arresi. Certamente ho commesso degli errori».
Su cosa secondo lei avrebbe potuto fare di più?
«Si può sempre fare di più in tutte le attività, a cominciare dai servizi che i baresi utilizzano ogni giorno, come trasporti e igiene pubblica urbana. Ogni sera torno a casa e cerco di ripensare alle cose fatte e a quelle non fatte. L’importante credo sia avere sempre e comunque la certezza di essersi impegnati. Noi ce la stiamo mettendo tutta».
Tante sono le critiche da diversi quartieri, come il Libertà o Sant’Anna. Cosa risponde ai cittadini di quei rioni?

«Le critiche, quelle giuste e soprattutto quelle costruttive, sono sempre ben accette. Non si può piacere a tutti né pensare di risolvere tutte le questioni aperte. Sul quartiere Libertà ci sono tanti problemi, alcuni di competenza di un’amministrazione comunale, altri di diversa natura. Certamente abbiamo cominciato un percorso per la riqualificazione fisica di alcuni spazi importanti come l’area del Redentore, la ex Manifattura dei Tabacchi, piazza Disfida di Barletta, il nuovo parco nell’area dell’ex Gasometro ma nessuno ha mai preteso di avere la bacchetta magica. Certo il nuovo anno partirà con una bella notizia, l’inizio del cantiere della sede del Cnr a cura di Invimit in una porzione della manifattura, ma siamo consapevoli che il lavoro da fare è ancora tanto. Per quanto riguarda Sant’Anna, i residenti hanno tutte le ragioni per essere insoddisfatti ma stiamo facendo il possibile soprattutto per sopperire alle mancanze dei privati che hanno causato una serie di disagi. Tra qualche giorno infatti dovrebbero iniziare i lavori per asfaltare le strade».
Il 2023 è annunciato come l’anno dei cantieri. Ci dica quali sono secondo lei i traguardi che conta di raggiungere entro il prossimo anno.
«Nel 2023 saranno avviati lavori importanti, tra questi mi piace ricordare soprattutto quelli lungo la linea costiera. Da Santo Spirito a Torre a Mare, la costa barese sarà un cantiere aperto che riqualificherà tutto il litorale creando spazi per tornare davvero a vivere il nostro mare. Questo è l’impegno che avevo preso con i baresi quando mi sono candidato e che vorrei portare a termine. In questi anni abbiamo chiuso anche partite importanti, come la viabilità del quartiere San Paolo in via Caposcardicchio, la riqualificazione e rifunzionalizzazione della Caserma Rossani, il cantiere della ex Manifattura Tabacchi che finalmente si apre nelle prime settimane del nuovo anno. Insomma il 2023 credo porterà ancora tante soddisfazioni e novità».
C’è preoccupazione per il rispetto delle tempistiche del Pnrr: temete si possano perdere finanziamenti anche a causa di ricorsi o di intoppi burocratici?
«Ad oggi sulle opere di competenza del Comune di Bari non ci sono ricorsi e le progettazioni stanno andando avanti. Su diversi progetti siamo già nella fase di gara, come ad esempio tutte le opere sull’edilizia residenziale pubblica. Certo, siamo consapevoli che la fase della realizzazione sarà quella più complessa e anche per questo, in qualità di presidente Anci, sto continuando a sollecitare il Governo sul processo di semplificazione degli iter autorizzativi. Quello sarà il vero nodo da sciogliere nei prossimi mesi per far partire i cantieri».
Oltre ai cantieri, cosa aspetta Bari per il 2023? Quali sono gli impegni che l’amministrazione porterà avanti?
«Continueremo a lavorare a trecentosessanta gradi come abbiamo fatto finora, dal potenziamento dei servizi del welfare alle iniziative culturali, dalla promozione turistica alla tutela dell’ambiente con un importante investimento sulla gestione del servizio di raccolta dei rifiuti ed innovazioni anche nella dotazione strumentale. Continueremo a lavorare certamente per attrarre investimenti che possano creare qui occupazione e consolidare il trend positivo di questi ultimi anni. Non dimentichiamo anche il rinnovo dell’intero parco mezzi dell’Amtab».
Dal punto di vista della lotta alla criminalità organizzata, lei è sempre stato protagonista in prima persona, tanto da ricevere minacce e da spostarsi con la scorta. Bari oggi è una città più sicura secondo lei?
«Non sta a me dire se Bari oggi è una città più sicura, certo credo che negli ultimi vent’anni sia molto cambiata e questo è un dato oggettivo, sotto gli occhi di tutti. Quello di cui sono sicuro è che Bari oggi è una città che ha una maggiore consapevolezza di se e un più alto rispetto della legalità, riconosciuta come diritto e dovere di ciascuno. In questi anni abbiamo lavorato molto in tal senso tanto che grandi indagini condotte dalla magistratura e dalle forze dell’ordine sono partite proprio dalle denunce dei cittadini».
Anche il 2023 si porterà dietro le “zavorre” delle cause del Petruzzelli e di Punta Perotti. Che futuro vede a riguardo?
«Si tratta di situazioni complesse che necessitano di tutta l’attenzione del caso. La giustizia ha i suoi tempi e vanno rispettati, come i legittimi diritti delle parti in causa. Posso solo dire che, in entrambi i casi, il Comune è interessato a far valere l’interesse pubblico dei baresi». 
 

Il 2023 sarà anche l’ultimo anno “intero” di mandato. Durante la festa di accensione dell’albero di Natale lei ha detto: “Qualsiasi strada seguirò, non dimenticherò mai la città di Bari perché è la mia famiglia”. Quale sarà la strada che seguirà dopo il mandato da sindaco? La corsa alla Regione è tra le ipotesi?
«Per il momento la strada che intendo seguire per i prossimi mesi è quella che ho percorso negli ultimi anni, ogni mattina, precisamente da casa mia alla sede di Palazzo di Città in corso Vittorio Emanuele 84».
Anche a livello nazionale lei è molto apprezzato, non solo nel ruolo di presidente nazionale dell’Anci. Se dovesse scegliere tra restare in Puglia o andare in Parlamento, che strada percorrerebbe?
«Sono già stato in Parlamento e ho avuto l’onore di lavorare come parlamentare in rappresentanza della mia terra e ho già scelto nel 2014 di tornare a Bari, perché questa è la mia terra».
Finito il mandato, cosa le mancherà del fare il sindaco?
«Mi mancherà certamente il rapporto quotidiano con i cittadini, anche le critiche, forse soprattutto quelle!»
Chi indicherebbe come suo successore per la città di Bari o almeno che caratteristiche dovrebbe avere?
«Devono essere i baresi, non un politico o la classe dirigente in generale, a scegliere il prossimo sindaco. I cittadini hanno dimostrato in questi anni di essere maturi e di sapere chiaramente cosa vogliono per il proprio destino. Sono sicuro lo faranno anche questa volta».
Una riflessione sul travaglio del Pd sia a livello regionale che nazionale:cCosa il Pd deve fare per risalire la china? 
«Il Partito democratico deve tornare a parlare con le persone. In questi anni forse è stato fatto poco in tal senso, preferendo agli androni dei condomini i salotti di palazzo dove il tema dominante resta quello dell’avvicendamento al potere delle varie correnti. Questo atteggiamento, nei fatti, ha marcato una forte distanza dal Paese reale e dalla vita delle persone, tanto da smarrire il senso stesso del nostro messaggio. Per quanto io credo che la comunicazione sia una componente importante per chi fa politica, sono perfettamente consapevole che confezionare un messaggio giusto non basta, se questo è privo della contestualizzazione della realtà che si intende rappresentare. Per questo mi sono battuto affinché gli amministratori del Pd, che oggi guidano ben oltre la metà dei Comuni italiani, avessero un peso maggiore nel partito. Di fatto sono gli unici che in questi anni hanno dimostrato di saper amministrare, di raccogliere consenso e di vincere le elezioni non attraverso gli slogan ma offrendo ai cittadini un’idea chiara della città». 
 

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