La strage dei due treni: 6 anni e nessun colpevole. Binario ancora chiuso

Un momento della commemorazione
Un momento della commemorazione
di Maria Carmela TOSCANO
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Martedì 12 Luglio 2022, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 11:18

La strage dei due treni: 6 anni e nessun colpevole. Binario ancora chiuso. Questa mattina la commemorazione tra Andria e Corato.

La strage


Era un martedì come tanti quello del 12 luglio 2016. La vita scorreva freneticamente tra lavoro e sogni. Nessuno avrebbe mai immaginato che salendo sul treno da Corato verso Barletta e da Andria verso Bari non sarebbe mai più sceso. Ventitré vite furono spezzate dallo scontro frontale di due treni poco dopo le undici del mattino, cinquanta passeggeri ne rimasero feriti. Sono passati sei lunghi anni e oggi la comunità torna a stringersi intorno al dolore delle famiglie.

Corrado De Benedittis e Giovanna Bruno, sindaci di Corato e Andria, insieme ad altri membri delle due amministrazioni comunali si sono incontrati, alle 9.30, al chilometro cinquantuno della tratta Bari-Barletta dove avvenne il tragico incidente e depositeranno un omaggio floreale. Seguirà alle 11.06, orario dello scontro tra i due convogli, una cerimonia in ricordo delle vittime vicino la lapide commemorativa nel perimetro della fontana di piazza Moro, di fronte alla stazione centrale di Bari. Il sindaco Antonio Decaro, insieme ai sindaci delle comunità coinvolte, deporrà una corona di fiori e osserverà un minuto di silenzio. Le campagne della chiesa di Santa Maria Maggiore, poi, rintoccheranno in ricordo delle vittime.

Le parole dei sindaci

«Non ci sono parole. Non più. Solo silenzio, memoria e ammenda. Possiamo ancora ritrovarci come comunità, perché non dimentichiamo e non vogliamo farlo. La ferita è troppo grande», ha detto il sindaco di Andria. Di quel giorno resta il ricordo del forte boato dell'incidente, dei pezzi di ferro sparsi sulla terra rossa delle campagne limitrofe e delle urla di chi era nei due convogli che avevano imboccato, in maniera anomala, il binario unico.

Si mise in moto la macchina di soccorritori provenienti da tutta Italia. Oltre a scavare nelle lamiere, montarono un ospedale da campo. Per oltre trentadue ore di fila, tutti erano intenti a salvare vite. La cittadinanza mostrò un grande senso di comunità: in tanti risposero all'appello delle autorità sanitarie che chiedevano donazioni di sangue. Qualche giorno dopo, il 16 luglio, si tennero i funerali di Stato nel palazzetto dello sport andriese. Forte il messaggio del sindaco De Benedittis. «I collegamenti tra Comuni limitrofi sono contestualmente diventati problematici causando disagi e danni a lavoratori, studenti e famiglie. Oggi, con forza, chiediamo verità e una accelerazione sui lavori di ripristino, raddoppio e messa in sicurezza della tratta ferroviaria».

Il binario ancora chiuso

Occorrerà attendere la fine di luglio per la consegna all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie di tutta la documentazione necessaria per ricevere l'ok definitivo per l'entrata in esercizio della tratta ferroviaria Andria Sud-Corato che si prospetta possa avvenire entro questo dicembre. A chiarire questo passaggio è stata proprio Ferrotramviaria nell'incontro avvenuto il primo luglio con Giovanni Massaro, presidente del forum Ambiente e Salute Ricorda Rispetta di Andria. Al vertice di Bari, nella sede dell'assessorato ai trasporti della Regione Puglia, hanno partecipato l'assessora regionale ai trasporti Anita Maurodinoia, gli ingegneri Massimo Nitti e Michele Ronchi di Ferrotramviaria, la consigliera regionale Grazia Di Bari. «Avrebbe dovuto esserci una legge speciale come per il ponte di Genova -ha commentato il sindaco di Corato-. Si paga evidentemente il prezzo di essere comunità del Sud che, quindi, possono aspettare. Noi sindaci, però, non abbiamo più voglia di aspettare. Questo incidente ferroviario può essere considerato, a ragione, un capitolo di questione meridionale. Ritardi, disattenzioni, mancate verità. Serve una voce unitaria, autorevole e non populista, che affermi diritti e restituisca dignità al mezzogiorno e all'intero paese».
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