Addio a Paolo, ucciso per l'occhiata a una ragazza. Il messaggio della mamma: «Non riesco a odiare l'assassino di mio figlio»

Addio a Paolo, ucciso per l'occhiata a una ragazza. Il messaggio della mamma: «Non riesco a odiare l'assassino di mio figlio»
di Viviana MINERVINI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Settembre 2021, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 10:47

L'abbraccio della comunità, ma soprattutto della mamma Renata al figlio Paolo. È rimasta per alcuni interminabili minuti accanto alla bara, accarezzando e baciando ormai soltanto una fotografia di quell'uomo così sorridente, così amato, strappato troppo presto alla vita. Si può riassumere in questa immagine dolce e allo stesso tempo straziante il funerale del 41enne Paolo Caprio, celebrato all'interno della Basilica dei Santi Medici di Bitonto. L'uomo ha perso la vita all'alba di domenica scorsa dopo una rissa avvenuta in una stazione di servizio alla periferia della città alle porte di Bari. A colpirlo mortalmente il 20enne Fabio Giampalmo, ora nel carcere di Bari accusato di omicidio volontario.

Le parole strazianti


«Non riesco ad odiare la persona che ha colpito mio figlio, perché evidentemente a differenza sua non ha altri strumenti», sono le parole che la mamma di Paolo ha affidato al sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, al termine delle celebrazioni. «Non riesco a immaginare la forza e l'umanità che si possono provare nell'esprimere un sentimento del genere di fronte alla perdita di un figlio che aveva dentro di sé lo spirito di servizio, di umiltà, l'amore per il suo lavoro e per quello che riusciva a donare agli altri - ha ricordato Abbaticchio -.

Siamo pieni di violenza, odio, sentimenti negativi, ma Paolo ha costruito un piccolo capolavoro sentendosi parte della comunità. Noi non faremo mai abbastanza per colmare l'azione di Paolo».


Quel giorno, in quella stazione di servizio, «lo abbiamo lasciato solo e dopo quella notte lo lasceremo solo ogni volta che non seguiremo il suo esempio - ha concluso il primo cittadino -. Il mio pensiero va al dolore della famiglia e a quel sorriso timido e discreto che Paolo ha lasciato nelle nostre case, dove entrava con il suo lavoro». Caprio, imbianchino di professione, lascia la moglie e una figlia di cinque anni. Per la città una ennesima «esperienza amara», dopo che già nel 2017 Bitonto aveva perso l'84enne Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di mafia.
«Paolo si aggiunge a questo elenco, ma ora basta, abbiamo bisogno tutti di vivere di gesti concreti, basta con questo modo di vivere, con questi nostri atteggiamenti. Il grido di oggi sia pieno di speranza per il domani perché possiamo fare meglio», ha detto don Paolo Candeloro, dette durante l'omelia del funerale. «La morte di Paolo ci interpella: deve farci chiederci che tipo di vita stiamo vivendo - ha aggiunto il parroco -. Se ci stiamo sforzando di vivere gesti concreti di bene e di verità».
Il prete ha invitato la comunità a tirar fuori «da noi il bene, non la cattiveria, la violenza: non abbiamo bisogno di belle parole ma di gesti che dobbiamo rendere concreti nella vita di ogni giorno, nelle nostre famiglie, sul posto di lavoro, nella nostra città. Non si può rimanere ancora una volta indifferenti. È una morte che deve scuoterci dentro e non ci deve far perdere tempo, come cittadini e come cristiani».

Ad intervenire anche il presidente dell'Ordine degli Psicologi della Puglia, il bitontino Vincenzo Gesualdo: si tratta di un «episodio di violenza sconcertante, che impone una riflessione sul tema dell'aggressività e della rabbia e sul fallimento del linguaggio verbale a fronte dell'agire». Per il presidente Gesualdo «occorre puntare nuovamente sul senso delle relazioni. Ripensare ai processi di formazione del personale che si occupa di famiglia, infanzia e adolescenza. Occorre presidiare i territori con luoghi di aggregazione giovanile, centri di ascolto e di sostegno alle famiglie e adolescenti ed ai soggetti deboli ed intercettare il disagio. Occorre educare allo stare insieme, al rispetto, al valore della alterità. Puntare sulla prevenzione e sulla testimonianza è un obbligo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA