Caso Lerario, addetto stampa perquisito: avrebbe avvisato l'ex capo della Protezione civile delle cimici in ufficio. L'intercettazione: «Ho letto il decreto, me l'ha dato una manaccia...»

Si tratta di un redattore del servizio stampa della Giunta regionale della Puglia

Caso Lerario, addetto stampa perquisito: avrebbe avvisato l'ex capo della Protezione civile delle cimici in ufficio. L'intercettazione: «Ho letto il decreto, me l'ha dato una manaccia...»
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 18:10

Il giornalista redattore del servizio stampa della Giunta regionale della Puglia Nico Lorusso è indagato per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale, sarebbe stato informato, da un pubblico ufficiale in corso di identificazione, di cimici installate in tre stanze degli uffici della Regione Puglia e, come emerge da una intercettazione ambientale, lo avrebbe comunicato all'ex capo della Protezione civile Mario Lerario, in carcere dal 23 dicembre per corruzione.

Sarebbe stato lui dunque ad avvisare Mario Lerario della presenza di cimici nei suoi uffici.

Ne è convinta la Procura di Bari che subito dopo l'arresto dell'ex dirigente della Protezione civile pugliese aveva aperto un fascicolo sulla fuga di notizie e ha indagato per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale il giornalista. 

L'intercettazione ambientale tra il giornalista e Lerario

Nel decreto di perquisizione eseguito oggi dalla Guardia di Finanza su disposizione del procuratore Roberto Rossi e dell'aggiunto Alessio Coccioli, c'è una intercettazione ambientale nell'ufficio di Lerario del 3 settembre 2021. "Il decreto che disponeva la faccenda - dice Lorusso a Lerario - che una manaccia me l'ha dato… me lo ha fatto leggere… disponeva qui… e non ho capito bene in quale altro…quale altra stanza …boh".


I finanzieri hanno perquisito oggi la casa, l'ufficio nella Regione e l'auto del giornalista, sequestrando supporti informatici, pc e telefoni cellulari "al fine di verificare - si legge nel decreto - se nei giorni precedenti rispetto al rinvenimento delle cimici, Lorusso abbia intrattenuto chat o effettuato chiamate voip con individui che, come dichiarato nel corso della conversazione, gli abbiano fatto leggere il decreto dispositivo delle intercettazioni ambientali in tre stanze".

L'avviso e la rimozione delle microspie

Secondo l'accusa, infatti, l'ex dirigente della Protezione civile regionale, in carcere dal 23 dicembre per corruzione, avrebbe fatto rimuovere le microspie dagli uffici. Tuttavia ad incastrarlo era rimasta una microspia presente nella sua auto che ha ripreso il momento della consegna da parte di un imprenditore di una busta contenente 10mila euro.

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