La corsa in auto diventa un giallo
Si indaga per omicidio colposo

La corsa in auto diventa un giallo Si indaga per omicidio colposo
di Laura Bogliolo e Adelaide Pierucci
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Giovedì 8 Gennaio 2015, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 12:44

ROMA Ora si vuole capire se la morte poteva essere evitata. Se quella corsa, in auto, tra Grosseto e Roma, non abbia complicato una situazione già disperata. E' stata aperta un' inchiesta per omicidio colposo sulla morte di Pino Daniele, anche su sollecitazione dell'ex moglie.

Mentre l'Italia ascolta e riascolta i suoi capolavori che mischiano jazz, blues e musicalità della sua Napoli, a Roma tre periti sono stati nominati dalla procura per accertare se il cuore del grande Pino avrebbe retto ove mai soccorso nelle vicinanze di Grosseto, invece di un viaggio in auto, lungo due ore, fino all'ospedale Sant'Eugenio, nella capitale. Un viaggio che è un giallo. E che ha messo in contrasto gli ultimi due amori del cantautore.

I CONTRASTI

«Pino era svenuto, me lo ha detto mia figlia che era lì con lui, non era il caso di trascinarlo fino a Roma.

La sua attuale compagna ci dica come è andata», ha detto Fabiola Sciabbarasi, seconda moglie dell'artista e madre di tre dei suoi cinque figli. «Ha avuto un malore. Ma ha insistito, ha respinto l'ambulanza, voleva andare a Roma», è la verità invece raccontata dall'attuale compagna, Amanda Bonini, ascoltata informalmente l'altra sera dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma: «Voleva affidarsi al suo cardiologo di fiducia. Gli avevo consigliato il 118. Avrei preferito così». Durante la corsa in auto verso Roma il cantautore sarebbe stato rassicurato per telefono dal cardiologo di fiducia, Achille Gaspardone, anche lui sentito in caserma. «Ha perso conoscenza solo durante il tragitto. Non era la prima volta che azzardava certi viaggi in casi di urgenza. Ma gli avevo consigliato l'ambulanza».

L'AUTOPSIA

La risposta spetta all'autopsia che sarà eseguita in mattinata all'obitorio del Federico II di Napoli. Per rispetto della salma, il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e il sostituto Marcello Monteleone hanno disposto che il collegio peritale, composto dai medici legali de La Sapienza di Roma Vittorio Fineschi e Giorgio Bolini e dal cardiologo dell'Università di Perugia Giuseppe Ambrosio, lavoreranno in trasferta per accertare se soccorsi più celeri avrebbero salvato l'artista. Un'inchiesta per ora senza indagati.

I RACCONTI

«Piangeva e gridava: 'Mamma aiutami! Papà è svenuto'». Fabiola Sciabbarasi ha raccontato di aver saputo dalla figlioletta Sofia, 13 anni, del malore del padre, a Magliano. «In questa storia ci sono troppi buchi neri. Non ho fatto denunce ed esposti, la magistratura fortunatamente sta già indagando, ma voglio la verità sulla morte di mio marito». Il racconto della serata del 4 gennaio è struggente: «Ho ricevuto una telefonata di mia figlia, mi chiedeva aiuto, gridava che il papà era svenuto, a terra, le ho detto di chiamare subito l'ambulanza, Sofia ha risposto che lo stavano già facendo». Nel casolare c'erano il fratellino Francesco di 9 anni, anche lui in lacrime, Cristina trentenne (avuta da Daniele dal primo matrimonio), Amanda, l'attuale compagna del cantautore e il figlio di lei. «Pino era supino, a terra, semi incosciente...Chi ti è vicino deve usare la ragione, raggiungere il primo presidio medico più vicino. Oppure aspettare l'ambulanza, a bordo c'è un defibrillatore e può fare la differenza».