Loris, sul cellulare della madre traffico dati misterioso nelle ore del delitto

Loris, sul cellulare della madre traffico dati misterioso nelle ore del delitto
di Nino Cirillo
4 Minuti di Lettura
Martedì 16 Dicembre 2014, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 12:17

SANTA CAMERINA (Ragusa) - La madre è in carcere, i filmati che la smentiscono sono una montagna, eppure l'omicidio di Loris Stival resta un rompicapo.

La Procura di Ragusa continua a chiedersi come Veronica Panarello abbia potuto fare tutto da sola: strangolare il suo Loris con una fascetta «stringicavo», legargli i polsi con quello stesso tipo di fascetta, trasportarlo per le scale dal terzo piano a terra, fino alla Polo nera nel garage, e poi gettarlo nel canale di scolo del Mulino Vecchio. Lei, così esile, cinquanta chili o poco più: come ha fatto?

Pura, maledetta fortuna, o anche meditato calcolo - ma in questo caso dovremmo attribuirle capacità criminali di molto superiori alla media -, fatto sta che nessuna telecamera inquadra altre sagome che non siano riconducibili, in fasi diverse, a lei, al figlio Loris e all'altro figlio più piccolo Diego, di tre anni.

Fatto sta che nessun tabulato telefonico, nessuna intercettazione rivelano contatti della giovane donna quella mattina, se non con il marito Davide, con parenti stretti, con le solite amiche. Ma è davvero possibile - volendo seguire il filo della Procura - che a delitto commesso non l'abbia aiutata nessuno?

IN RETE

Alla disperata ricerca di un quadro completo, gli investigatori s'erano concentrati sulla possibilità che la donna, in quei momenti, non abbia usato una messaggeria tradizionale, telefonica, ma altre applicazioni, più difficilmente intercettabili, tipo WhatsApp. Ora s'apre un altro squarcio, però, e viene sempre dal suo telefonino. La Polizia postale di Catania, che lo sta analizzando, ha scoperto che fra le otto e mezza e le dieci di sabato 29 novembre - fra quando, cioè, Loris rientra in casa e quando Veronica arriva al suo corso di cucina a Donnafugata - quel telefonino fa registrare un «traffico dati» assolutamente inusuale, anzi abnorme, di quasi 45 minuti.

Nei momenti in cui Loris veniva ucciso e in cui la donna - stando allo scenario dell'accusa - avrebbe chiesto e ottenuto aiuto, quel samsung è quasi costantemente collegato a Internet e la connessione risulta «stabile», senza sbalzi cioè, tanto da far pensare che abbia utilizzato applicazioni diverse da quella di WhatsApp, che ben altri sbalzi avrebbe fatto registrare fra un messaggio e l'altro.

Resta francamente difficile immaginare che in quegli stessi, frenetici momenti - il primo sopralluogo al Mulino Vecchio, il rientro in casa dove c'è Loris, il ritorno al Mulino Vecchio, sempre seguita dalle telecamere - Veronica Panarello abbia usato il suo cellulare per un aggiornamento del software magari, o per scaricare musica, o per collegarsi a un sito di video. La Polizia postale ci sta provando, ma non è sicuro che riesca a ricostruire esattamente quei 45 minuti di connessione a Internet.

Sarebbe tutto più semplice se non ci fosse il buco nero del garage. Veronica ci piazza la sua Polo in posizione di partenza alle 8.48, poi va ad aprirlo dall'interno, passando per il portone di casa perché non ha le chiavi, perché - lo rivelerà il marito Davide in un'intercettazione - sono quelle del mazzo consegnato a Loris per rientrare, un quarto d'ora prima. Ma nessuna telecamera arriva fin dentro il garage, solo un incrocio di filmati permette di dedurre che la Polo ci è entrata davvero. La domanda rimane cosi senza risposta: poteva esserci qualcuno con lei, magari alle 9.23 quando riparte, quando Loris è stato già ucciso?

IL CACCIATORE

Poi resta Fidone, Orazio Fidone, il cacciatore di Santa Croce, il pensionato dell'Enel che quel pomeriggio trovò il corpo di Loris nel canale di scolo. Il gip lo scagiona completamente, non c'è ombra di dubbio: parla per lui il gps della sua Suzuki quella mattina, ne ricostruisce ogni movimento. Risulta più difficile credergli, invece, quando sostiene che al Mulino Vecchio ci andò a colpo sicuro, quasi posseduto da un presentimento. Se invece gli fosse arrivata un'imbeccata, magari involontaria? Ecco, se solo si riuscisse a sapere chi gliel'ha data, forse sarebbe questa anche la traccia buona per venirne a capo. Per scoprire chi Veronica ha chiamato in aiuto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA