L'incidente - che segue di alcuni giorni il lancio di un razzo palestinese verso il Neghev e il successivo raid israeliano contro «infrastrutture terroristiche» nel sud della Striscia - si è concluso con la morte di un ufficiale di Hamas, responsabile locale delle vedette della sua ala militare, e con il ferimento di altri palestinesi. Da parte israeliana si registra che un militare è stato colpito al petto da un cecchino ed è in gravi condizioni.
Lo scontro a fuoco ha avuto inizio quando una unità del genio militare addetta alla manutenzione dei reticolati di confine si è trovata esposta al fuoco palestinese. Fonti di Gaza affermano che aveva oltrepassato il confine, ma in Israele non c'è conferma. La reazione israeliana è stata immediata ed energica. Ma l'incidente è stato presto circoscritto. Un portavoce di Hamas ha accusato Israele di aver voluto alimentare la tensione lungo il confine assumendosi dunque una «responsabilità grave».
Israele ha denunciato a sua volta «l'attacco oltraggioso» e ha avvertito che non tollererà alcuna infrazione alla tregua. Nella zona, uscita molto provata dal conflitto della scorsa estate, la tensione è elevata. Durante l'incidente gli agricoltori israeliani del Neghev occidentale sono stati costretti a lasciare i campi e a chiudersi in zone protette.
Sul versante opposto c'è una popolazione stremata dalle difficoltà fisiche ed economiche, anche perchè le operazioni di ricostruzione della Striscia stentano ancora a mettersi in moto.
I dirigenti di Israele e di Hamas dicono di non volere un nuovo confronto militare. Ma secondo gli analisti resta incombente il rischio che in futuro altri incidenti, anche di portata limitata, possano sfuggire di mano.