Fede si scaglia contro Saviano:
«Non è un eroe, non se ne può più»

Emilio Fede
Emilio Fede
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Lunedì 10 Maggio 2010, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 21:51
ROMA (10 maggio) - Non se ne pu pi di sentire che un eroe, non l'unico che combatte la camorra, non l'ha scoperta lui. Emilio Fede torna a scagliarsi contro Roberto Saviano dagli schermi del Tg4 e scoppia la polemica. Un mese fa era stato gi stato il premier Silvio Berlusconi a parlare con fastidio dell'autore di Gomorra, affermando: «La mafia italiana, non so in base a quale classifica, risulta la sesta nel mondo, ma in realtà è la più conosciuta grazie al supporto promozionale che ha ricevuto dalle otto serie tv come La piovra vista in 160 Paesi e anche dalla letteratura come ad esempio Gomorra».



Fede invece ha preso spunto dal nuovo film di Sabina Guzzanti, Draquila, e dalle polemiche che il film ha scatenato per tornare a parlare dello scrittore campano. Il direttore del Tg4, senza un vero legame fra le due cose, ha messo insieme le polemiche sulla Guzzanti e Saviano affermando: «Ci sono delle polemiche: una riguarda questo film di Sabina Guzzanti... Ce ne sono state in questi giorni anche per quanto riguarda Saviano, ormai sempre lui, la camorra. Per carità, ma non è lui che l'ha scoperta la camorra, non è lui il solo che l'ha denunciata - ha contiuato Fede -. Ci sono registi autorevoli, c'è gente, ci sono magistrati che l'hanno combattuta e sono morti. Lui è superprotetto, e giustamente dev'essere sempre protetto però, come dire, non se ne può più di sentire che lui è l'eroe», sono sempre le parole del direttore del Tg4.



«Qualcuno gli ha offerto pure la cittadinanza onoraria, di che cosa non si capisce - è andato avanti Fede -. Ha scritto dei libri contro la camorra, l'ha fatto tanta altra gente senza clamore. Senza andare sulle prime pagine, senza raccogliere firme senza rompere..., scusate, senza disturbare la riflessione della povera gente che ha capito bene».

Insomma «un Paese come il nostro è contro la malavita organizzata, non c'è bisogno di Roberto Saviano», conclude il direttore del Tg4, prima di tornare a parlare della Guzzanti, ancora una volta senza alcuna correlazione fra le due vicende, storpiando il nome del suo film.



Più di un anno fa Fede aveva già attaccato lo scrittore, esortandolo a regalare i soldi guadagnati con i suoi libri «ai bambini bisognosi figli delle vittime della camorra».



«Fede è un giornalista, se può esser definito tale, irresponsabile. Puntare l'indice, delegittimandolo, contro uno scrittore già nel mirino della camorra è un'azione scellerata», ha commentato Luigi de Magistris, eurodeputato dell'Idv. «Saviano andrebbe difeso e sostenuto da chi ha la responsabilità, non solo professionale ma civile, di occupare uno spazio così delicato come quello della comunicazione televisiva, la quale veicola messaggi che possono avere effetti dirompenti nel contesto sociale - ha detto l'esponente dell'Idv -. Purtroppo è una versione depotenziata del suo padrone Berlusconi, il quale con la stessa irresponsabilità ha accusato recentemente Saviano di rendere la mafia ancora più potente perché, paradosso dei paradossi, ha acceso i riflettori sul fenomeno del crimine organizzato, sulle sue infiltrazioni economiche e politico-istituzionali, sulla sua capacità di fagocitare pezzi della società. Di fronte a certe dichiarazioni si resta senza parole».